Gioca l’altra Italia
Spalletti cambia tutto contro l’ecuador «Abbiamo poco tempo e dobbiamo fare di più» Chi sbaglia ancora rischia il posto all’europeo
Stasera in New Jersey contro l’ecuador, ultima tappa della breve tournée negli Stati Uniti, vedremo un’altra Italia, diversa da quella che ha sofferto, rischiato e poi piegato il Venezuela con la doppietta di Retegui. «Ne cambierò otto, nove, forse dieci», racconta Luciano Spalletti. Magari anche undici. Una squadra completamente nuova, ma motivata perché il tempo stringe e servono risposte.
Le prossime convocazioni, alla fine di maggio, saranno quelle per l’europeo in Germania e chi sbaglia adesso rischia di stare fuori. «Dobbiamo fare un percorso e dobbiamo farlo in fretta perché non abbiamo tempo. Bisogna alzare il livello se vogliamo superare il primo turno in Germania», il messaggio del c.t. che arriva dal cuore di Manhattan e deve arrivare dritto a quello dei suoi discepoli. Spalletti non modificherà di una virgola il suo piano d’azione. «La qualità è anche capire e sapere quello che si fa». Si andrà avanti con il 3-42-1, che non ha troppo convinto nel caldo della Florida. La speranza è che funzioni meglio alla Red Bull Arena di Harrison: «Il problema non è il sistema di gioco, che deve essere liquido e cambia a seconda dello sviluppo». Ma i cali di tensione, inaccettabili. «Troppi errori individuali ci hanno penalizzato. Serve più concretezza e meno leggerezza. Basta un minuto per mandare tutto all’aria. Contro il Venezuela eravamo lunghi nella costruzione, così le riaggressioni sono diventate difficili. E se mi chiedete se continueremo con la costruzione dal basso, vi rispondo si, sempre, ma non sino all’incoscienza».
Il secondo esame americano sarà più complicato del primo. L’ecuador, numero 32 del ranking Fifa, «è una squadra rapida, tecnica, tosta». Un collaudo probante per una squadra rimodellata. Cambia anche il portiere, che sarà il debuttante Vicario, la difesa sarà guidata dal romanista Mancini con Darmian e Bastoni. Bellanova del Torino sarà il secondo esordiente di giornata in un centrocampo impreziosito dalle geometrie di Jorginho e dal dinamismo di Barella, mentre sulla sinistra spingerà Dimarco. Zaniolo e Pellegrini sosterranno Raspadori, che giocherà da centravanti, mentre Lucca, alle prese con un problemino muscolare, sarà risparmiato. «Ma nel corso della partita rivedrete Retegui, che non ha solo segnato due gol, ma ci ha dato profondità e aiutato la difesa», dice Spalletti, che è stato conquistato dall’argentino italiano, ma pretende un salto in avanti dalla squadra. «Mi aspetto una presa di coscienza perché in alcune situazioni siamo stati leggeri. Serve la garra che hanno i sudamericani».
Ecuadoritalia non è solo l’ultima occasione per scalare gerarchie e ribaltare le convinzioni dell’allenatore. «Siamo qui anche per non deludere i nostri connazionali. Chi vive in Italia, la Nazionale la ama anche per interesse personale. L’amore di chi è all’estero è puro e non dobbiamo scordarcelo mai». E nella New York dei grattacieli, bastonata dalla pioggia incessante, viene naturale allungare l’occhio sul Mondiale 2026, in America, Canada e Messico: «Quello non lo possiamo fallire. Ma oggi dobbiamo pensare all’europeo». Perché il tempo stringe e la quadra va ancora trovata. Il futuro è nell’arena di Dortmund, il 15 giugno contro l’albania.
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d non Il problema è il sistema di gioco, ma i cali di tensione. Contro il Venezuela ci hanno penalizzati gli errori individuali. Servono più concretezza e meno leggerezza, basta un minuto per mandare all’aria una partita
Conquistato «Retegui comincia in panchina ma entrerà» dice l’allenatore conquistato dal n. 9