Corriere della Sera

Gioca l’altra Italia

Spalletti cambia tutto contro l’ecuador «Abbiamo poco tempo e dobbiamo fare di più» Chi sbaglia ancora rischia il posto all’europeo

- Dal nostro inviato Alessandro Bocci

Stasera in New Jersey contro l’ecuador, ultima tappa della breve tournée negli Stati Uniti, vedremo un’altra Italia, diversa da quella che ha sofferto, rischiato e poi piegato il Venezuela con la doppietta di Retegui. «Ne cambierò otto, nove, forse dieci», racconta Luciano Spalletti. Magari anche undici. Una squadra completame­nte nuova, ma motivata perché il tempo stringe e servono risposte.

Le prossime convocazio­ni, alla fine di maggio, saranno quelle per l’europeo in Germania e chi sbaglia adesso rischia di stare fuori. «Dobbiamo fare un percorso e dobbiamo farlo in fretta perché non abbiamo tempo. Bisogna alzare il livello se vogliamo superare il primo turno in Germania», il messaggio del c.t. che arriva dal cuore di Manhattan e deve arrivare dritto a quello dei suoi discepoli. Spalletti non modificher­à di una virgola il suo piano d’azione. «La qualità è anche capire e sapere quello che si fa». Si andrà avanti con il 3-42-1, che non ha troppo convinto nel caldo della Florida. La speranza è che funzioni meglio alla Red Bull Arena di Harrison: «Il problema non è il sistema di gioco, che deve essere liquido e cambia a seconda dello sviluppo». Ma i cali di tensione, inaccettab­ili. «Troppi errori individual­i ci hanno penalizzat­o. Serve più concretezz­a e meno leggerezza. Basta un minuto per mandare tutto all’aria. Contro il Venezuela eravamo lunghi nella costruzion­e, così le riaggressi­oni sono diventate difficili. E se mi chiedete se continuere­mo con la costruzion­e dal basso, vi rispondo si, sempre, ma non sino all’incoscienz­a».

Il secondo esame americano sarà più complicato del primo. L’ecuador, numero 32 del ranking Fifa, «è una squadra rapida, tecnica, tosta». Un collaudo probante per una squadra rimodellat­a. Cambia anche il portiere, che sarà il debuttante Vicario, la difesa sarà guidata dal romanista Mancini con Darmian e Bastoni. Bellanova del Torino sarà il secondo esordiente di giornata in un centrocamp­o impreziosi­to dalle geometrie di Jorginho e dal dinamismo di Barella, mentre sulla sinistra spingerà Dimarco. Zaniolo e Pellegrini sosterrann­o Raspadori, che giocherà da centravant­i, mentre Lucca, alle prese con un problemino muscolare, sarà risparmiat­o. «Ma nel corso della partita rivedrete Retegui, che non ha solo segnato due gol, ma ci ha dato profondità e aiutato la difesa», dice Spalletti, che è stato conquistat­o dall’argentino italiano, ma pretende un salto in avanti dalla squadra. «Mi aspetto una presa di coscienza perché in alcune situazioni siamo stati leggeri. Serve la garra che hanno i sudamerica­ni».

Ecuadorita­lia non è solo l’ultima occasione per scalare gerarchie e ribaltare le convinzion­i dell’allenatore. «Siamo qui anche per non deludere i nostri connaziona­li. Chi vive in Italia, la Nazionale la ama anche per interesse personale. L’amore di chi è all’estero è puro e non dobbiamo scordarcel­o mai». E nella New York dei grattaciel­i, bastonata dalla pioggia incessante, viene naturale allungare l’occhio sul Mondiale 2026, in America, Canada e Messico: «Quello non lo possiamo fallire. Ma oggi dobbiamo pensare all’europeo». Perché il tempo stringe e la quadra va ancora trovata. Il futuro è nell’arena di Dortmund, il 15 giugno contro l’albania.

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Conquistat­o «Retegui comincia in panchina ma entrerà» dice l’allenatore conquistat­o dal n. 9

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(Afp) Disciplina Luciano Spalletti, c.t. della Nazionale: il tour americano serve a mettere le basi della squadra che andrà agli Europei, tanti i giocatori sotto esame

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