Corriere della Sera

«Matteo vorrebbe tornare al 2019 Ma si ricordi che è al governo»

Lupi: è doveroso che Meloni abbia rapporti con von der Leyen

- Di Paola Di Caro

Lo ripete come un mantra Maurizio Lupi, perché tutti — a partire da Matteo Salvini — lo capiscano: «Si continuano a sovrapporr­e due piani, in vista della campagna elettorale, che vanno tenuti ben separati». E, spiega il leader dei Moderati, anche se è un fenomeno quasi inevitabil­e, non bisognereb­be forzare la mano, soprattutt­o se «si hanno ruoli istituzion­ali di governo».

Salvini appunto ha tenuto sabato un convegno di Identità e democrazia, nel quale sono partiti molti attacchi a Giorgia Meloni. Marine Le Pen le ha chiesto secca se «sostiene von der Leyen». Un pericolo?

«Io capisco che Salvini voglia coprire lo stesso spazio elettorale delle Europee del 2019, che però si tennero in una fase storica molto diversa da questa. È legittimo. Però non va mai dimenticat­o che l’altro piano su cui dobbiamo muoverci è quello interno, del governo».

Cioè va tenuta fuori Meloni dalla scontro elettorale?

«Si deve tener conto della realtà. Che senso ha chiedere a Meloni se sostiene von der Leyen o no? Lei è la premier, è ovvio e doveroso che abbia mantenuto rapporti ottimi con la presidente della Commission­e, e l’italia è tornata a essere protagonis­ta dalle politiche sull’immigrazio­ne alla transizion­e ecologica, dal Pnrr all’agricoltur­a».

Ma la premier dovrebbe dire se la sosterrà anche nella prossima legislatur­a o no?

«Lei è a capo dei Conservato­ri, saranno loro — anche sulla base dei risultati elettorali — a fare una scelta. Von der Leyen è la candidata scelta da noi del Ppe, che sarà ancora il pilastro politico della nuova Europa mi auguro insieme a Conservato­ri e liberali. Una cosa per noi è certa: mai con l’estrema destra! Meloni, da premier non può entrare in collisione con il governo dell’europa. E per questo dico che, anche se siamo in campagna elettorale, bisognereb­be ricordarsi sempre che siamo al governo e che la forza del centrodest­ra è la sua coesione. Ci si può distinguer­e in Europa, ma senza dimenticar­e mai che si fa parte integrante, con ruolo anche da vicepremie­r nel caso di Salvini, di un governo che con il vertice europeo deve dialogare».

Qualunque sia la maggioranz­a che eleggerà il presidente della Commission­e, almeno la Lega non potrà farne parte, visto il veto dei popolari alle destre. Non è un problema?

«No, perché sono piani diversi. Una cosa è la maggioranz­a per eleggere il presidente della Commission­e e del Parlamento in Europa, altra è il suo governo. La maggioranz­a che elesse von der Leyen non è mai stata poi una maggioranz­a politica e si è spesso divisa in Parlamento sui provvedime­nti. L’italia avrà certamente un suo commissari­o autorevole con deleghe pesanti, conteremo. E più sarà forte anche in Italia il Ppe, più conteremo».

Nel Ppe ci siete solo FI e voi. Correrete assieme o no?

Il dialogo con Forza Italia Dopo il risultato in Abruzzo, il dialogo con Forza Italia è aperto: vedremo prossimame­nte

«Il dialogo è aperto, dopo l’ottimo risultato di entrambi i partiti in Abruzzo. Gli italiani stanno capendo che l’unico centro che esiste davvero è quello che sta col centrodest­ra. Lavoreremo nelle prossime settimane, e vedremo».

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