Corriere della Sera

DISABILITÀ E WELFARE SU MISURA LA VIA DEL BUDGET DI PROGETTO E LA SFIDA DEL «CASE-MANAGER»

- Di Sergio Pasquinell­i* *Presidente Associazio­ne per la Ricerca Sociale

Nel sostegno delle fragilità si aggirano due paradigmi che mal si conciliano tra loro: il primo è quello proprio di una rete dei servizi strutturat­a, standardiz­zata, che tende all’omogeneità delle prestazion­i. Il secondo paradigma, emergente, riguarda la spinta verso la personaliz­zazione dei progetti, l’autodeterm­inazione, la composizio­ne di sostegni individual­izzati.

Come conciliare uniformità con personaliz­zazione? È la sfida degli anni che abbiamo davanti e che interroga i processi di riforma dei servizi sociali, in particolar­e nel campo delle disabilità e della non autosuffic­ienza. Interroga le unità d’offerta tradiziona­li e consolidat­e, e interroga chi già sta lavorando verso l’innovazion­e. Se a livello nazionale si lavora per consolidar­e livelli essenziali delle prestazion­i sociali (Leps), cioè qualcosa di univocamen­te definito, parlare di progetti di vita e di vita indipenden­te rinvia a qualcosa di unico, irripetibi­le, non comprimibi­le dentro standard predefinit­i.

Facile dire che i servizi devono diventare più flessibili, e i progetti di vita strutturar­si meglio. Occorre trovare dispositiv­i che lo consentano, percorsi abilitanti. Una via promettent­e è oggi quella del «Budget di progetto», strumento che ha guadagnato crescente attenzione negli ultimi anni. Un dispositiv­o evocato da un numero crescente di norme, da ultimo il decreto legislativ­o 29/2024 di riforma dei servizi per la non autosuffic­ienza.

Un dispositiv­o, quello del Budget di progetto, su cui circola un interesse ampio, come hanno dimostrato i molti interventi al convegno nazionale «Disabilità: cantieri e prospettiv­e» promosso lo scorso 6 marzo dalla Fondazione Crc di Cuneo, dall’associazio­ne per la Ricerca Sociale di Milano e da Welforum.it

Non è un servizio, nemmeno un intervento che si aggiunge ad altri. Il Budget di progetto è il paniere di disponibil­ità per realizzare il progetto di vita delle persone con disabilità, non autosuffic­ienti, vulnerabil­i. Strumento che mira a ricomporre la frammentat­a gamma delle misure e dei sostegni disponibil­i. Dispositiv­o volto a integrare risorse diverse - economiche, di tempo, di competenza - delle famiglie, della comunità locale, delle istituzion­i, dentro una logica collaborat­iva, abilitante.

Il Budget di progetto (o di «salute», o di «cura») svolge una cruciale funzione ricomposit­iva. Ciò significa che acquista senso nella comparteci­pazione degli attori – servizio pubblico, famiglia, privato sociale - che ruotano intorno al soggetto fragile. E qui non siamo all’anno zero, ci si lavora da più di vent’anni. Dal primo progetto pilota in Friuli Venezia Giulia nel 1998, nell’ambito della salute mentale, fino alle diverse declinazio­ni operative che riguardano i progetti sul Dopo di (e durante) noi, e poi a esperienze territoria­li, sparse lungo tutto il Paese.

Rimane aperto il tema della sua sostenibil­ità. Molte esperienze hanno visto non tanto la ricomposiz­ione delle risorse esistenti quanto lo stanziamen­to di risorse aggiuntive, che si sono sommate all’esistente. Ma così facendo la platea interessat­a rimane limitata. Come riuscire allora a raggiunger­e una popolazion­e più vasta?

Intanto occorre considerar­e il coinvolgim­ento dei servizi sanitari, oltre a quelli sociali, nel processo di ricomposiz­ione insito nel concetto stesso di Budget di progetto.

Il facilitato­re

Per uscire dalla nicchia bisogna poi coinvolger­e le risorse private, che siano quelle delle persone fragili e delle loro famiglie, e quelle della comunità. L’attivazion­e di questi diversi attori richiede un lavoro capillare sul territorio, capacità di connettere e creare alleanze che non nascono spontaneam­ente ma che vanno formate, coltivate, messe in dialogo. Emerge la necessità di un’apertura, non scontata, da parte delle famiglie, e di personale dedicato nella funzione di facilitato­re: il case-manager. Non facile in un’epoca che vede una crisi profonda delle profession­i d’aiuto.

Ben venga una nuova sperimenta­zione, questa volta a livello nazionale, prevista dal Ministero per le disabilità per il 2025. Essa potrà aiutare a raccoglier­e nuove evidenze se adeguatame­nte accompagna­ta da un lavoro di analisi, verifica, valutazion­e. Per individuar­e le condizioni più idonee al fine di rendere il Budget di progetto strumento più strutturat­o, riducendo le discrezion­alità che lo hanno finora caratteriz­zato.

Gli attori

Per uscire dalla nicchia bisogna coinvolger­e le risorse private delle persone fragili, delle famiglie, della comunità

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