DISABILITÀ E WELFARE SU MISURA LA VIA DEL BUDGET DI PROGETTO E LA SFIDA DEL «CASE-MANAGER»
Nel sostegno delle fragilità si aggirano due paradigmi che mal si conciliano tra loro: il primo è quello proprio di una rete dei servizi strutturata, standardizzata, che tende all’omogeneità delle prestazioni. Il secondo paradigma, emergente, riguarda la spinta verso la personalizzazione dei progetti, l’autodeterminazione, la composizione di sostegni individualizzati.
Come conciliare uniformità con personalizzazione? È la sfida degli anni che abbiamo davanti e che interroga i processi di riforma dei servizi sociali, in particolare nel campo delle disabilità e della non autosufficienza. Interroga le unità d’offerta tradizionali e consolidate, e interroga chi già sta lavorando verso l’innovazione. Se a livello nazionale si lavora per consolidare livelli essenziali delle prestazioni sociali (Leps), cioè qualcosa di univocamente definito, parlare di progetti di vita e di vita indipendente rinvia a qualcosa di unico, irripetibile, non comprimibile dentro standard predefiniti.
Facile dire che i servizi devono diventare più flessibili, e i progetti di vita strutturarsi meglio. Occorre trovare dispositivi che lo consentano, percorsi abilitanti. Una via promettente è oggi quella del «Budget di progetto», strumento che ha guadagnato crescente attenzione negli ultimi anni. Un dispositivo evocato da un numero crescente di norme, da ultimo il decreto legislativo 29/2024 di riforma dei servizi per la non autosufficienza.
Un dispositivo, quello del Budget di progetto, su cui circola un interesse ampio, come hanno dimostrato i molti interventi al convegno nazionale «Disabilità: cantieri e prospettive» promosso lo scorso 6 marzo dalla Fondazione Crc di Cuneo, dall’associazione per la Ricerca Sociale di Milano e da Welforum.it
Non è un servizio, nemmeno un intervento che si aggiunge ad altri. Il Budget di progetto è il paniere di disponibilità per realizzare il progetto di vita delle persone con disabilità, non autosufficienti, vulnerabili. Strumento che mira a ricomporre la frammentata gamma delle misure e dei sostegni disponibili. Dispositivo volto a integrare risorse diverse - economiche, di tempo, di competenza - delle famiglie, della comunità locale, delle istituzioni, dentro una logica collaborativa, abilitante.
Il Budget di progetto (o di «salute», o di «cura») svolge una cruciale funzione ricompositiva. Ciò significa che acquista senso nella compartecipazione degli attori – servizio pubblico, famiglia, privato sociale - che ruotano intorno al soggetto fragile. E qui non siamo all’anno zero, ci si lavora da più di vent’anni. Dal primo progetto pilota in Friuli Venezia Giulia nel 1998, nell’ambito della salute mentale, fino alle diverse declinazioni operative che riguardano i progetti sul Dopo di (e durante) noi, e poi a esperienze territoriali, sparse lungo tutto il Paese.
Rimane aperto il tema della sua sostenibilità. Molte esperienze hanno visto non tanto la ricomposizione delle risorse esistenti quanto lo stanziamento di risorse aggiuntive, che si sono sommate all’esistente. Ma così facendo la platea interessata rimane limitata. Come riuscire allora a raggiungere una popolazione più vasta?
Intanto occorre considerare il coinvolgimento dei servizi sanitari, oltre a quelli sociali, nel processo di ricomposizione insito nel concetto stesso di Budget di progetto.
Il facilitatore
Per uscire dalla nicchia bisogna poi coinvolgere le risorse private, che siano quelle delle persone fragili e delle loro famiglie, e quelle della comunità. L’attivazione di questi diversi attori richiede un lavoro capillare sul territorio, capacità di connettere e creare alleanze che non nascono spontaneamente ma che vanno formate, coltivate, messe in dialogo. Emerge la necessità di un’apertura, non scontata, da parte delle famiglie, e di personale dedicato nella funzione di facilitatore: il case-manager. Non facile in un’epoca che vede una crisi profonda delle professioni d’aiuto.
Ben venga una nuova sperimentazione, questa volta a livello nazionale, prevista dal Ministero per le disabilità per il 2025. Essa potrà aiutare a raccogliere nuove evidenze se adeguatamente accompagnata da un lavoro di analisi, verifica, valutazione. Per individuare le condizioni più idonee al fine di rendere il Budget di progetto strumento più strutturato, riducendo le discrezionalità che lo hanno finora caratterizzato.
Gli attori
Per uscire dalla nicchia bisogna coinvolgere le risorse private delle persone fragili, delle famiglie, della comunità