L’appello e la strategia: ora un progetto di unità
L’attuale responsabile del credito è rimasto l’unico candidato
Ricucire, ricompattare e curare le ferite ancora aperte dopo questa complessa e tormentata corsa alla presidenza. A chi, già ieri, faceva i complimenti a Emanuele Orsini per l’elezione a presidente di Confindustria — non ancora compiuta ma nei fatti (oggi il voto, e Orsini è l’unico candidato) — l’imprenditore emiliano rispondeva smorzando gli entusiasmi. Con il seguente messaggio: ora si tratta di rimettere insieme le diverse anime dell’associazione, un’impresa tanto complessa quanto necessaria, e c’è un enorme lavoro da fare.
Edilizia e alimentare
Classe 1973, segno della vergine, emiliano di Castelvetro, in provincia di Modena, Emanuele Orsini è figlio d’arte nel senso che l’impresa di famiglia, la Sistem Costruzioni, è stata fondata dal padre Carlo nel 1978. L’impresa (40 milioni di fatturato) fornisce prefabbricati e materiali per costruzioni in legno: dalle scuole alle palestre, dai ponti agli opifici. Sistem Costruzioni ha lavorato al ripristino delle aree colpite dai terremoti in Abruzzo, Emilia-romagna e Marche. Tra le principali società controllate da Sistem Costruzioni c’è il Maranello Village, complesso residenziale di 25 mila metri quadrati dedicato al mondo del cavallino rampante.
Solignano nuovo — dove si trova Sistem Costruzioni —, Castelvetro e Maranello sono a dieci minuti d’auto l’una dall’altra. Più distante, ma sempre in Emilia, sulle colline parmensi, la Tino Prosciutti, azienda nell’orbita familiare di cui Orsini è amministratore (72 milioni di fatturato) «leader nel prosciutto crudo stagionato e prosciutto crudo stagionato disossato a mattonella».
Orsini si è diplomato al liceo scientifico, si è poi iscritto a giurisprudenza ma non si è mai laureato (la laurea è diventata una questione per i presidenti di Confindustria da quando è diventata necessaria per assumere la presidenza della Luiss, l’università che fa capo all’organizzazione). L’imprenditore ha tre figli: Valentina dalla prima moglie e Vittorio e Celeste dalla seconda. Non è particolarmente interessato al calcio ma non perde un gran premio di Formula uno.
Leadership informale
Dell’emilianità Orsini mantiene i modi franchi e diretti, la socievolezza e il gusto per la battuta. Oltre a una certa idea di lavoro di squadra e alla leadership inclusiva e informale. Ma la bonomia non deve trarre in inganno, in realtà le doti principali di Orsini sono forse proprio la costanza e la determinazione. La sua scalata a Confindustria parte da lontano. Nel 2013 è arrivato alla presidenza di Assolegno, dal 2017 è stato eletto alla presidenza di Federlegnoarredo.
Con la presidenza Bonomi ha assunto l’incarico, che detiene tutt’ora, di vicepresidente di Confindustria con delega a credito, finanza e fisco. Già nella precedente corsa alla presidenza di Confindustria — quella che alla fine premiò Carlo Bonomi — Orsini era sceso in campo, alleandosi prima con il bresciano Giuseppe Pasini e poi convergendo su Bonomi stesso.
I contenziosi
Si diceva della costanza e della determinazione. Doti che devono essere servite a Orsini per tenere il punto in fasi complesse della corsa alla presidenza. L’uscita da Federlegnoarredo non è stata indolore.
Il percorso
La scalata a Confindustria inizia nel 2013 con la presidenza di Assolegno
Un dossier inviato da un funzionario di Flae, Federlegnoarredo Eventi, contestava a Orsini l’uso personale di un’auto di proprietà dell’associazione. Oltre a lavori per circa 10 mila euro nella casa di proprietà dell’imprenditore e saldati dalla stessa Flae. Orsini ha risposto a queste accuse con altrettante querele.
Da notare: Federlegno ha un contenzioso aperto con Confindustria, il presidente Claudio Feltrin, su decisione dei probiviri di viale Dell’astronomia, è stato escluso dal consiglio generale.
Ora al prossimo presidente di Confindustria non resta che procurarsi ago e filo e ricucire i numerosi strappi all’interno della struttura di viale Dell’astronomia, sempre più sfilacciata da anni di contrapposizioni.