Gelmini dissente da Calenda: io garantista
Non era chiamata al voto sulla mozione di sfiducia a Daniela Santanchè, Mariastella Gelmini. Il dibattito si svolgeva alla Camera e lei invece è una senatrice. Ma mercoledì ha voluto comunque marcare il dissenso dal suo partito, Azione, e dal suo leader, Carlo Calenda, che ha dichiarato la sua posizione favorevole alla sfiducia per i «comportamenti incompatibili con l’essere ministra del Turismo». Ieri, gli stessi dubbi sono stati rilanciati dal collega di partito Enrico Costa. Su X ha scritto: «Il Parlamento è pieno di “sedicenti” liberali e di “sedicenti” garantisti. Come riconoscere un vero liberale? Misurando il suo rispetto per le tesi altrui ed il “dubbio” sulle proprie. Come riconoscere un vero garantista? Da come si pone di fronte ad un avversario indagato». Dubbi condivisi , secondo fonti accreditate di Azione, da Mara Carfagna, assente ieri al voto, ufficialmente in missione.
Gelmini lo aveva già anticipato mercoledì: «Azione alla Camera voterà a favore della sfiducia. Personalmente ho una posizione diversa. Sono da sempre garantista e quindi contraria a mozioni di sfiducia individuali». Quindi si è detta convinta che «come dichiarato dal collega Costa, questa non è una mozione politica sul lavoro della ministra, ma nasce da una vicenda giudiziaria e come tale credo rappresenti un precedente pericoloso».
Calenda aveva specificato che la mozione serviva «per segnalare il fatto che la ministra Santanchè — non perché ha un procedimento penale di cui non mi importa niente fino al terzo grado di giudizio — ha messo in atto comportamenti incompatibili» con il suo ruolo. Gelmini però ha rivendicato: «Azione non è una caserma, rispettiamo tutte le posizioni».