Corriere della Sera

In due mesi 119 morti sul lavoro: il 19% in più

- Di Giusi Fasano

Cominciamo dal numero più grave: 119. L’inail — cioè l’ente per l’assicurazi­one contro gli infortuni sul lavoro — ci dice che fra il 1 gennaio e il 29 febbraio di questo 2024, 119 famiglie hanno aspettato invano che un lavoratore o una lavoratric­e tornassero a casa. Qualcuno di quei 119 è morto in qualche cantiere edile, qualcuno schiacciat­o dal trattore, altri sotto il peso di chissà quale macchinari­o...la morte — lo sappiamo — percorre le vie più assurde per arrivare alle sue prede ma la verità, come sempre, è che con la dovuta prevenzion­e quasi sempre quelle «prede» sarebbero tornate a casa dalle loro famiglie. La media quotidiana è abbastanza stabile ormai da anni: nel nostro Paese abbiamo circa tre morti al giorno sul lavoro e più o meno un ferito al minuto. Possiamo anche sperare che alla fine di questo 2024 il dato sia più basso. Ma se anche ci fermassimo a questi 119 morti (e con il mese di marzo sono ben di più) saremmo già molto oltre il tollerabil­e. Eccoli i datichiave del primo bimestre Inail (ricordiamo che l’istituto non segue Forze dell’ordine, vigili del fuoco, agenti municipali e i lavoratori autonomi). Dati «provvisori» e quindi da trattare «con cautela» raccomanda­no fonti del ministero del Lavoro. I 119 lavoratori morti sono 19 in più dello stesso periodo dell’anno scorso (+19%). Le denunce di infortunio presentate all’istituto sono 92.711 (+7,2%). Le patologie di origine profession­ale salgono a 14.099 (+35,6%). La maglia nera per numero di vittime va al settore delle costruzion­i. Catanzaro risulta la provincia con più incidenti mortali per numero di lavoratori. E citiamo un ultimo dato per aeree geografich­e: si contano più vittime a Sud (+10) e Nord Ovest (+4) e meno al Centro (-2).

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