Botte e agguati Tre arresti Sequestrati armi e coltelli
Tre arresti, quattro denunce. Una mattinata di scontri, nove ore prima del derby. Chiavi inglesi, coltelli da sushi e bombe carta a colazione davanti all’olimpico: 200 ultrà laziali contro 100 romanisti. A volto coperto, con caschi e cappucci. Il buongiorno prima di Roma-lazio dopo una settimana di provocazioni, insulti e sticker antisemiti. Puntuale la violenza alla vigilia della partita. Come l’intervento della polizia che ha arrestato Claudio Corbolotti, capo ultrà della Lazio, vicino agli Irriducibili quando al vertice del gruppo c’era anche Fabrizio Piscitelli, detto «Diabolik», ucciso nel 2019. Era armato di bastone. Ex candidato alle elezioni ‘93 nel Msi e già portavoce di Forza Nuova, nel 2008 il 59enne fu assunto nello staff della segreteria dell’allora sindaco Gianni Alemanno. È stato arrestato anche nel 2021 per l’aggressione a una troupe Rai a Ponte Milvio, prima ancora in un derby nel 2004 e il 24 aprile 2019 a Milano ha esposto uno striscione in ricordo di Mussolini. Ora con il 30enne romanista Fabrizio Simula è accusato di rissa. Più tardi, all’interno dello stadio, Katia Bettarini, di 48, laziale, è finita in manette per resistenza a pubblico ufficiale. Denunciati altri quattro giallorossi che volevano fare entrare bengala e bombe carta all’olimpico. Un poliziotto ferito, altri al lavoro per identificare i responsabili della guerriglia e poi anche del lancio di decine di petardi fuori dall’olimpico. Con gli ispettori federali chiamati a decidere su presunti ululati razzisti contro Lukaku e Abraham.