L’inter va a Udine per ritrovare i gol di Lautaro e di Thuram
Nerazzurri tra presente e futuro, ma Inzaghi vuole tornare a +14 sul Milan
C’è un’aria sospesa attorno all’inter: lo scudetto è dietro l’angolo, ma servono altre due vittorie per giocarselo già il 22 aprile a San Siro, nel derby in casa del Milan, con tutto ciò che comporta, anche l’eventualità di dover rinviare la festa in caso di mancata vittoria. Sempre dando per scontato che gli scontri testa-coda finiscano nel modo più atteso, un fatto che quando c’è di mezzo l’udinese non è così automatico: la squadra di Cioffi (in panchina dal 25 ottobre al posto di Sottil) ha il record di pareggi (16) e ha vinto appena 4 partite (solo la Salernitana ha fatto peggio con 2), tutte però contro squadre della parte sinistra della classifica, Milan, Juve e Lazio addirittura in trasferta e Bologna in casa. Naturale quindi che Simone Inzaghi voglia tenere la sua squadra sul pezzo, cambiando solo la difesa per gli acciacchi di Bastoni e De Vrij (c’è Augusto centrale di sinistra) e dando spazio a Dumfries a destra.
C’è un’aria sospesa anche perché l’uscita dalla Champions agli ottavi ha svuotato le settimane nerazzurre e abbassato, almeno un po’, l’adrenalina che un anno fa proprio a metà aprile cominciava invece a pompare, con cinquanta giorni vissuti alla grande, fino alla notte di Istanbul. Ma ogni stagione è diversa e l’inter è a due passi da un traguardo storico, ottenuto con una cavalcata esaltante. Nella quale il senso di attesa è reso più pungente anche dalla questione societaria, con la scadenza del pegno triennale a Oaktree fissata al 20 maggio e la volontà, sempre espressa dal presidente Steven Zhang, di rinegoziarlo per andare avanti, con due stelle sul petto.
L’unica attesa che può finire già stasera è quella del gol della coppia Lautaro-thuram, con l’argentino che non segna da 375 minuti e il francese a secco da 461 e deludente anche in Nazionale, dove invece il Toro si è sbloccato: nel frattempo in campionato l’inter ha raccolto 10 punti su 12 e realizzato 7 gol con 5 giocatori differenti. A conferma che Inzaghi ha creato un sistema offensivo che coinvolge tutti, a partire dal portiere, ed è capace di ovviare anche ai momenti di pausa dei suoi attaccanti. E di compensare la differenza con le loro riserve, che nei (tanti) mesi d’oro della coppia titolare è sembrata enorme. Se Sanchez, in cerca di un rinnovo del contratto improbabile, ha segnato 4 volte (l’ultima lunedì con l’empoli), Arnautovic è decollato ieri pomeriggio verso Trieste assieme alla squadra, dopo l’infortunio di Bologna di un mese fa, il secondo della sua deludente stagione. Con Taremi già in arrivo, attaccante esperto, tecnico e fisico, abile a legare il gioco offensivo, anche la conferma dell’austriaco non sembra in cima all’agenda. Ma Arna ha un obbligo di riscatto già attivato a febbraio (altri 4 milioni, dopo i 4 per il prestito, più altri 2 eventuali di bonus) e potrebbe fare la quinta punta nell’anno del Mondiale per club. Per la quarta, serve un giocatore con caratteristiche diverse da tutti gli altri: il genoano Gudmundsson, che costa 40 milioni, è il profilo principale.
Digiuni
L’argentino non segna da 357 minuti, il francese è a secco da 461, dal 16 febbraio