Il ritorno di Segre in Senato «È mio dovere essere qui»
Non tornava fisicamente in Senato dal 20 settembre, le altre sedute le aveva presiedute da remoto. E poi c’era stata la «trasferta» milanese di gennaio, quando circa la metà dei membri della «sua» Commissione era venuta a incontrarla al Memoriale della Shoah, presenti anche il presidente del Senato Ignazio La Russa e la collega e amica senatrice a vita Elena Cattaneo. Ieri Liliana Segre ha rimesso piede a Palazzo Madama, prima per occuparsi della Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza, razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio e alla violenza, che ha fortemente voluto e che presiede. Poi, per partecipare in Aula all’esame del disegno di legge di revisione della disciplina sulla valutazione della condotta degli studenti. La senatrice a vita è stata salutata dall’applauso dell’assemblea. La vicepresidente Mariolina Castellone ha ribadito: «È sempre un onore e un privilegio sedere con lei nei banchi di quest’aula». Segre, al telefono con il Corriere, ha confermato: «Sono stati tutti molto gentili e affettuosi, sa... chi c’è qui alla mia età?», ha poi aggiunto scherzando sui suoi 93 anni. Ha quindi assicurato la sua presenza in Aula anche oggi: «È un mio dovere esserci, quando sono qui a Roma». Accanto a lei era seduto Francesco Verducci, uno dei vicepresidenti della Commissione straordinaria che ieri, dopo la programmazione dei lavori in vista di un’indagine conoscitiva sull’intelligenza artificiale, ha accolto l’audizione del direttore della Polizia postale, Ivano Gabrielli. «Il suo intervento è stato interessantissimo e molto esauriente — ha spiegato Segre —. Ha risposto a tutte le domande che gli hanno fatto sull’attività degli hacker». Domani è attesa la ministra dell’università e della Ricerca, Anna Maria Bernini, invitata dopo i boicottaggi negli atenei per la guerra in Medio Oriente.