Corriere della Sera

Detenuti, il piano Nordio-brunetta: «Così i recidivi passeranno al 2%»

- Virginia Piccolillo

ROMA Sei detenuti condannati su dieci sono già stati in carcere. Avessero avuto un’opportunit­à lavorativa sarebbero solo due su cento. Con questa stima in mente, il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, e il presidente del Cnel, Renato Brunetta, hanno dato vita a «Recidiva zero». Lo hanno presentato ieri, a villa Lubin, assieme ai primi risultati di un’iniziativa che vuole mettere a sistema tutti gli attori, istituzion­ali e non, che creano «iniziative di studio, formazione e lavoro in carcere». «Concreta occasione per il reinserime­nto sociale dei detenuti», ha evidenziat­o in un messaggio il presidente Sergio Mattarella. D’accordo la premier Giorgia Meloni sul fatto che «l’approccio di sistema sia quello da seguire». Realistico? Un piano c’è. In arrivo ci sono norme del Cnel per equiparare paghe e qualità del lavoro dentro e fuori del carcere, maggiori incentivi alle aziende, quote per i neo maggiorenn­i e un segretaria­to permanente di coordiname­nto. Spera il presidente della Cei, Matteo Zuppi: «Recidiva zero sembra un sogno, ma senza sogni non si cambia la realtà». Un approccio, dice in collegamen­to, che permette di «uscire da una certa rozzezza: non serve far marcire le persone in carcere. Alzare i muri crea solo maggiore insicurezz­a. Dobbiamo dare un senso al tempo dietro le sbarre e una speranza a tutti. Noi ci siamo. Insieme possiamo far sì che il sogno diventi realtà». Nordio parla di «svolta epocale». Brunetta di «operazione win win». Ma di cosa si tratta? «Costruire un ponte tra il dentro e il fuori» spiega il ministro. E specifica: «Da magistrato sono stato spesso, ho mangiato e persino fatto la pennichell­a in carcere. Ma da ministro ho visto iniziative che ridanno prospettiv­e e portano verso la legalità. Se il detenuto esce solo con il “marchio di Caino”, invece, tende a ricommette­re reati. Dobbiamo cambiare il sistema carcerocen­trico». Sono 61 mila i detenuti su 51 mila posti disponibil­i. Ma «norme “svuotacarc­eri” senza prospettiv­e creano solo recidivi», dice il sottosegre­tario leghista Andrea Ostellari, anche lui convinto della necessità di fare sistema. Si dice da anni. Ma Brunetta è convinto che sia la volta buona: «Perché qui non c’è ideologism­o. Oltre ai 61 mila detenuti sono in carcere, 120 mila in esecuzione penale esterna e circa 95 mila in attesa di entrare nel circuito. Vanno presi in carico tutti, inseriti in una piattaform­a informatic­a e trattati in modo diverso». C’è, dice, una ricchezza di reti ministeria­li, profession­ali, di volontaria­to, società civile, banche, università e imprese: «Se ogni player digitale donasse 10 aule tecnologic­he copriremmo i 190 istituti», dice. Ottimista l’ex Guardasigi­lli Paola Severino, apripista di quest’approccio: «Il recupero del detenuto è utile soprattutt­o per la società. L’attenzione alla formazione fa pensare davvero a una possibile svolta».

 ?? ?? Presidente Renato Brunetta, guida il Cnel
Presidente Renato Brunetta, guida il Cnel

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy