Com’è flessibile il comfort
Al Salone del Mobile tutto diventa componibile tra forme morbide e ricerca sulla sostenibilità Starck: coi nuovi standard utile l’intelligenza artificiale
Per la 62esima volta, il Salone del Mobile torna con la sua combinazione di novità di prodotto, eventi culturali e installazioni, spazi riservati al talento dei progettisti emergenti. In mostra a Rho oltre 1.950 aziende provenienti da 35 Paesi, in una superficie di quasi 175mila metri quadrati.
Quest’anno il Politecnico di Milano ha deciso di misurare l’impatto sulla città dell’evento stesso, ma alla fine l’indiscusso protagonista è sempre il mobile. Cuore dell’evento resta così il «Salone Internazionale del Mobile», con oltre mille espositori in 130mila metri quadrati.
La vocazione è la stessa: tracciare le tendenze del design, suggerendo ai visitatori la direzione che ha preso il settore. Le sfide invece sono sempre diverse, perché l’edizione 2024 offre nuove risposte alla sostenibilità ambientale e alla flessibilità degli stili di vita. Si diffondono così i materiali riciclati e vengono introdotte nuove tecnologie, ma le aziende non rinunciano alla propria tradizione, da anni esteticamente vincente.
Il processo che unisce virtuosamente passato e futuro si esprime nei divani della brianzola Poliform e della veneta Nardi. Modulari e componibili, le sedute per interni di Poliform possono facilmente conformarsi allo spazio, con forme curve e sinuose pensate da Jean-marie Massaud, per il modello «Ernest», o da Emmanuel Gallina, per il modello «Orbis». «Volevamo ispirare il piacere di una seduta ampia e comoda per incoraggiare la conversazione, quindi linee morbide per favorire il benessere». Sempre modulare, il divano Maximo di Nardi per l’outdoor punta invece su una struttura in resina rigenerata e su tessuti ad alta componente riciclata. «La sfida è quella di offrire la massima qualità, anche se il materiale è completamente riutilizzato. Siamo convinti che anche la “famigerata” plastica possa dare vita a un prodotto nobile», così il direttore della produzione Corrado Repele, eco delle parole espresse dal designer Raffaello Galiotto.
Dello stesso avviso anche la toscana Edra, con collezioni di tessuti per divani ispirati ai minerali e la sedia in policarbonato, disegnata da Jacopo Foggini e influenzata dalle forme del Duomo di Milano. Sull’innovazione tecnica dei materiali dice la propria Caimi, con un tessuto innovativo al quale ha dato forma il designer taiwanese Hsiang Han Hsu (talento scoperto al Salone Satellite 2023). Il fonoassorbente riciclabile brevettato «Snowsound Fiber» in Biosfera è un richiamo agli elementi naturali che provoca un mix di piacere acustico e benessere estetico.
Della tecnologia fa ampio uso anche Kartell, con il designer francese Philippe Starck che al Salone presenta con queste parole la collezione «A.I. Lounge», realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale: «È l’uomo ad avere l’idea, ma l’ottimizzazione della produzione offerta dagli algoritmi è incredibile, anche per rispettare al meglio gli attuali requisiti ambientali».
Ispirate dalla tradizione, ma declinate nell’arte contemporanea, la bosniaca Zanat, con l’uso del legno di ispirazione giapponese della collezione «Genkan», disegnata da Naoto Fukosawa, e cc-tapis con «Grand Tour», il loro catalogo di tappeti tessuti a mano. Vengono applicate antiche tecniche indiane, ma con i disegni contemporanei offerti da realtà come Universo Uchronia, India Mahdavi o dalla designer spagnola Patricia Urquiola.
Se Minotti riflette la piena espressione del Made in Italy, dall’altra Visionnaire, Roberto Cavalli ed Etro seguono un trend che dall’alta moda si riconverte facilmente al design. Se la prima con la «Lampada Lucente» esprime i pregi della gioielleria, la seconda e la terza portano sulle loro sedute (rispettivamente «Toulou» e «Quiltana») i colori e le fantasie degli abiti che, tra animalier e vintage, hanno già incantato il loro pubblico.