Olio Dante, operazione crediti con Illimity E il marchio riparte
Illimity rimette in pista Olio Dante. Il marchio centenario — è nato nel 1898 — che riunisce sotto di sé anche Olita, Oio, Topazio, Condisano e Lupi riemerge dalla crisi di liquidità che ne aveva messo a rischio la continuità aziendale anche grazie al supporto del factoring della banca di Corrado Passera. «Un calo di volumi sul mercato, una leva finanziaria troppo spinta e un posizionamento sbagliato hanno portato a una crisi di liquidità che si è conclamata nel 2016. La ex proprietà Mataluni e le banche creditrici hanno coinvolto il fondo Oxy Capital, ed è stato così siglato un accordo di ristrutturazione ex articolo 182 bis omologato dal Tribunale nel 2017», riassume Carlo Bassano Di Tufillo, cfo di Olio Dante. La competenza in operazioni di ristrutturazione del nuovo management ha permesso di avviare una operazione di risanamento dei conti e di ridimensionamento della struttura (passata da 150 a 60 dipendenti) e un lento ma costante riposizionamento sul mercato. Nel 2023 è stato sottoscritto un nuovo accordo di ristrutturazione dopo il coinvolgimento anche di Illimity.
«Abbiamo agito prima con l’area Turnaround della Divisione Corporate Banking comprando una parte del debito, diventando l’attore principale dentro il comitato dei creditori che erano la controparte: avendo più peso nella negoziazione siamo potuti arrivare al secondo accordo di ristrutturazione», spiega Franco Marcarini, head of Factoring di Illimity. «Contestualmente il coinvolgimento dell’area Factoring ha permesso di accedere a strumenti per coprire il fabbisogno di capitale circolante, un secondo intervento quindi più operativo che ha dato benzina per portare l’azienda fuori dalle sabbie mobili». È stato smobilizzato il 70% dei crediti commerciali e Illimity ha agito sui crediti pro-soluto. L’obiettivo è tornare in bonis al termine del progetto di ristrutturazione previsto nel 2026.