Da Santanchè a Valditara, i «distinguo» nel governo
Un 25 Aprile di polemiche e di distinguo anche quest’anno, nonostante la festa sia stata onorata coralmente da tutte le componenti della comunità politica. Con sfumature diverse, però, anche dentro il governo. La commemorazione della Liberazione è «in ostaggio» per la ministra del Turismo di FDI, Santanchè: «Liberiamola perché sia la festa di tutti», dice. Per il ministro della Cultura Sangiuliano «l’antifascismo è un valore ma come lo è l’anticomunismo». Il leghista ministro dell’istruzione Giuseppe Valditara sceglie il 25 Aprile per «denunciare la retorica dell’allarme fascista». Più unitarie le dichiarazioni del ministro Crosetto (FDI), in Toscana al fianco del presidente Mattarella, sull’«impegno per la libertà più attuale che mai», e del vicepremier di FI, Tajani: «Onoriamo la memoria di tutte le vittime innocenti del nazifascismo, contro odio e intolleranza». Se il segretario leghista Salvini dichiara di aver sempre onorato la Liberazione, dall’opposizione Riccardo Magi di +Europa non apprezza che abbia presentato la candidatura di Vannacci proprio ieri: «Festeggia con un criptofascista». Anche per Alessandro Zan del Pd quella candidatura è «uno schiaffo della destra ai valori antifascisti». Dopo aver condannato gli scontri contro gli ebrei a Roma e Milano, il leghista presidente del Friulivenezia Giulia, Fedriga si augura che «le polemiche finiscano e che la festa diventi di tutti». Obiettivo che resta difficile anche a livello locale. Il sindaco di Pistoia Alessandro Tomasi (FDI) ribattezza il 25 Aprile «festa della gratitudine e della libertà», quello di Pantelleria, Fabrizio D’ancona, censura Bella ciao: «L’unico canto dell’unità nazionale è l’inno di Mameli».