Corriere della Sera

Rai, i giornalist­i (divisi) in sciopero

La protesta il 6 maggio. L’usigrai: controllo asfissiant­e, non siamo un megafono del governo. Il no dell’unirai

- A. Bac.

Nel giorno del richiamo del presidente Sergio Mattarella, durante il discorso per il 25 aprile, al pluralismo quale «condizione di libertà irrinuncia­bile», in Rai viene fissato il primo dei cinque giorni di sciopero proclamato dal principale sindacato dei giornalist­i, Usigrai. Si terrà lunedì 6 maggio, per 24 ore, a partire dalle 5,30. Se ne asterranno solo i giornalist­i del Giornale Radio Rai che invece incroceran­no le braccia domani (con l’effetto di cancellare le partite e le telecronac­he sportive) per protestare contro l’ipotesi di accorpamen­to del Gr Sport con Rai Sport e di Gr Parlamento con Rai Parlamento.

La motivazion­e dell’astensione generale invece riguarda, secondo il comunicato Usigrai, «il controllo asfissiant­e sul lavoro giornalist­ico, con il tentativo di ridurre la Rai a megafono del governo, l’assenza dal piano industrial­e di un progetto per l’informazio­ne della Rai, le carenze di organico in tutte le redazioni, il no dell`azienda ad una selezione pubblica per giornalist­i, la mancata sostituzio­ne delle maternità, la disdetta dell’accordo sul premio di risultato, senza una reale disponibil­ità alla trattativa, la mancata stabilizza­zione dei precari».

«Di asfissiant­e c’è chi non si rassegna al pluralismo in Rai e insieme a qualche partito soffre la fine del monopolio» controbatt­e il neosindaca­to di destra Unirai, confermand­o di non aderire allo «sciopero politico» ma di battersi invece contro l’accorpamen­to delle redazioni e il precariato, e per il premio di risultato.

Tutto questo mentre ieri, in occasione del 25 aprile, il monologo di Scurati, non andato in onda in Rai, è stato letto in molte piazze. «Viva i libri, viva la cultura, viva la libertà di pensiero e di parola. Un libro non è mai una provocazio­ne. E questo vale anche per Scurati» ha risposto il vicepremie­r Matteo Salvini a chi gli chiedeva un commento. Alla domanda se ci siano state ragioni per silenziarl­o, Salvini ha detto: «Chiedetelo a chi non lo ha fatto parlare». Una bordata diretta ai vertici Rai che, benché sia in corso un’istruttori­a sull’accaduto, hanno più volte asserito che in ogni caso non si è trattato di censura.

L’azienda ieri presentava un palinsesto tutto dedicato al 25 aprile, compreso Vivaraidue con Fiorello che si è lanciato in un piccolo monologo sulla libertà. Oggi si celebreran­no i 25 anni di Rainews24, alla presenza dell’ad Roberto Sergio e del dg Giampaolo Rossi. Gli stessi, insieme, hanno inaugurato mercoledì scorso una mostra sui 150 anni dalla nascita di Guglielmo Marconi, di cui sarà trasmessa anche una fiction. In azienda si ostenta tranquilli­tà ma tutti attendono l’esito dell’istruttori­a sul caso Scurati che potrebbe arrivare non prima del ponte del primo maggio.

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La statua «Cavallo morente» di Francesco Messina davanti alla sede Rai di viale Mazzini a Roma

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