Corriere della Sera

Primo giorno con il ticket Venezia, pagano in 15 mila

Ieri l’esordio, corteo e tensioni. Il sindaco: la gente ha capito

- Dal nostro inviato Andrea Pasqualett­o © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

«Voucher grazie, forza coi vaucher», ripete mille volte lo steward piazzato di fronte alla stazione a un passo dal Canal Grande. Deve vedersela con il variegato popolo di turisti e residenti che attraversa il suo varco. C’è l’americano in ciabatte: «What’s this?». «Devi pagare il ticket, pay pay, there, lì lì», lo indirizza alla neonata biglietter­ia dedicata al contributo d’accesso. C’è il veneziano impaziente: «‘ndemo vecio che abito in campo». «Passa dai». Ci sono i milanesi Paola e Fabio che hanno provveduto per tempo, «abbiamo pagato online ieri, molto semplice», e subito dietro una tenera signora dai capelli argentati che allarga le braccia: «Mi scusi tanto giovane ma io non ho capito cosa devo fare», sussurra a chi le chiede il codice Qr.

Venezia si sveglia così questo 25 aprile che verrà consegnato alla storia come il giorno in cui la città più bella e fragile del mondo è diventata a pagamento. «Bisognava fare qualcosa per regolare il turismo perché il gioiello va preservato», ribadisce il sindaco Luigi Brugnaro che ha fortemente voluto le nuove misure di contenimen­to dei flussi ed è venuto a vedere come sta andando. «Veniceland! Prima città del mondo in vendita», urlano poco più in là i no-ticket, circa 300 manifestan­ti che prima fermano il traffico, poi tentano di forzare un blocco della polizia e infine si snodano in un corteo per calli e campielli invocando politiche per la casa e libertà di movimento. «La mia maggior soddisfazi­one è stata vedere i turisti sventolare il qr code avvicinand­osi ai varchi, quelli sì hanno capito», tira dritto Brugnaro. «Non venderà la città per farsi il bosco dello sport, Venezia è libera», mordono gli altri.

L’esercito di pettorine

Un botta e risposta a distanza, mentre il cielo si fa azzurro e la Venezia del ticket si scopre divisa per categorie. Ci sono i «veneziani residenti o nativi», i «veneti non veneziani», gli «esterni», i «soggiornan­ti», i «lavoratori», gli «studenti». I primi possono limitarsi a mostrare la carta d’identità, i secondi devono pagare il ticket, gli altri hanno l’obbligo di esibire il qr code. A controllar­e il tutto c’è un piccolo e inedito esercito messo in campo dall’amministra­zione comunale: 150 fra hostess, steward, verificato­ri e, un passo dietro, una trentina di agenti della polizia locale agli ordini del risoluto comandante Marco Agostini detto lo Sceriffo e del suo vice Gianni Franzoi che ieri è sceso in campo con un motto: «Tolleranza e poche sanzioni». Per molti uno scampato pericolo perché poteva esserci la stangata: fino a 300 euro per chi non è in regola. Ai turisti che non erano a conoscenza della misura si sono aggiunti alcuni gruppi di veneziani che non intendevan­o tirar fuori la carta d’identità. «Non è possibile essere costretti a mostrarla per andare in giro nella nostra città», si scalda Monica Coin che vive in centro storico e sventola l’articolo 16 della Costituzio­ne: «Ogni cittadino può circolare liberament­e …».

Cacciari critico

Echeggiano le parole di Massimo Cacciari: «Tutto illegittim­o e incostituz­ionale... invito a non pagare». Sulla stessa lunghezza d’onda Michela Siega del circolo Arci di Cannareggi­o, una pensionata giunta al varco con una decine di amiche: «È un grande disagio per noi anziani che dobbiamo registrare online chi ci viene a trovare». C’è anche chi è d’accordo: «Finalmente un po’ di regole, non se ne può più di gente che bivacca sui ponti», è soddisfatt­o l’albergator­e della Lista di Spagna. La categoria più coccolata è infatti quella dei soggiornan­ti, che non pagano il ticket perché già versano la tassa di soggiorno. La più invisa, gli escursioni­sti giornalier­i. «Noi lottiamo per disincenti­vare questo turismo», sottolinea chi sta vicino al sindaco. «Appunto, sarà la Venezia dei ricchi», replicano i contestato­ri.

La sala

Nel frattempo nella Control room, la sentinella che vigila sulla città con 700 telecamere, si tirano le fila della giornata campale: 113 mila persone registrate, 15.700 i paganti. Il sistema funziona? «Per misurare l’effetto di dissuasion­e ci vuole ancora qualche giorno. Il 25 aprile del 2023 avevamo avuto 165 mila presenze — ricorda Marco Bettini, il regista tecnico del cervellone —. Al dato di oggi vanno però aggiunti i residenti che non si sono registrati. Io penso che saremo arrivati a 250-260 mila presenze. La soglia di stress è 270 mila. Ci siamo andati vicino».

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I turisti ai varchi d’ingresso davanti alla stazione di Venezia. I totem color verde e azzurro che separano il flusso dei residenti e lavoratori da quello dei turisti
(Ansa) Il debutto I turisti ai varchi d’ingresso davanti alla stazione di Venezia. I totem color verde e azzurro che separano il flusso dei residenti e lavoratori da quello dei turisti

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