Panetta: rischio stagnazione se i tassi non calano
«Con l’inflazione che si sta progressivamente avvicinando al nostro obiettivo, ci si chiede quale sia la prossima mossa della Bce». E Fabio Panetta coglie l’occasione della conferenza inaugurale del Research Network on Challenges for Monetary Policy Transmission in a Changing World (CHAMP) di Francoforte per ribadire la sua posizione: un taglio dei tassi per evitare il deragliamento dell’economia europea. «L’emergere di rischi al ribasso per le prospettive implicano che la Bce debba considerare la possibilità che la politica monetaria potrebbe diventare troppo restrittiva andando avanti — osserva il governatore di Bankitalia nel suo discorso Monetary policy in a shifting landscape —. La politica monetaria è troppo restrittiva se finisce per causare una profonda recessione, ma lo è anche se spinge l’inflazione al di sotto del target e causa una stagnazione prolungata. Siamo ragionevolmente lontani dal primo scenario — avverte Panetta — ma non possiamo ancora escludere il secondo». È lo stesso bollettino di aprile dell’eurotower di ieri a certificare un andamento con molte ombre e una luce in fondo al tunnel: per Francoforte la crescita è rimasta debole nel primo trimestre, ma le indagini recenti indicano una graduale ripresa nel corso dell’anno, trainata dai servizi. Sempre secondo la Bce le stime di giugno avvicineranno l’inflazione all’obiettivo del 2% eppure la strada sembra lunga: ieri il rendimento del Btp decennale torna a toccare il 4% per la prima volta dall’11 dicembre, proprio perché il taglio dei tassi si allontana. E ieri la Fed ha fatto sapere che non allenterà la politica monetaria fino a dicembre. Il Pil Usa è cresciuto meno del previsto (+1,6%) e i prezzi sono cresciuti più rapidamente rispetto alla fine dello scorso anno.