I 7 cowboy irpini dell’era democristiana
Daniele Morgera su «verità e leggende» della Dc avellinese negli anni di De Mita (edizioni la Bussola)
Il numero 7 è speciale: le sette meraviglie del mondo, i sette vizi capitali, i sette re di Roma, i samurai e, dandoci un taglio, il famoso film western I magnifici sette di John Sturges del 1960. Proprio al film deve il titolo l’originale libro del giornalista Daniele Morgera: Li chiamavano i magnifici 7. Ciriaco, Gerardo e gli altri: verità e leggende della Dc irpina che arrivò a governare l’italia (la Bussola).
C’è qualcosa di epico e di leggendario — appunto, western — nella rievocazione del tempo del potere della Democrazia cristiana che aveva come capitale d’italia la provincia di Avellino e, in particolare, Nusco. Anzi, lo scopo dell’autore è proprio quello di raccontare la «favola politica» o il «romanzo popolare» dell’irpinia che attraverso i magnifici sette fu tra gli anni Settanta e Ottanta uno snodo fondamentale del potere italiano. Ma i magnifici sette chi sono? Eccoli: Ciriaco De Mita, Gerardo Bianco, Nicola Mancino, Biagio Agnes, Salverino De Vito, Antonio Aurigemma, Aristide Savignano, Giuseppe Gargani. Ai quali vanno aggiunti Ortensio Zecchino e il sannita Clemente Mastella.
«De Mita era solito giocare a carte nel circolo della stampa — ad Avellino, ricorda Gianni Festa, direttore del “Corriere dell’irpinia” — e naturalmente vinceva sempre». Se non è l’immagine di un saloon western poco ci manca. Il libro è costruito così: con aneddoti, ricordi, testimonianze e con «l’intellettuale della Magna Grecia», secondo la definizione che Gianni Agnelli diede di De Mita, che prima segue e impara e poi sconfigge e subentra a Fiorentino Sullo, il progenitore dei magnifici sette che furono anche definiti, dagli stessi democristiani, il «clan degli avellinesi».
Sullo era uomo colto, la leggenda vuole che traducesse Tucidide all’impronta, mentre la storia ci dice che da ministro dell’istruzione nel 1969 abolì l’esame di passaggio dal ginnasio al liceo e pose fine all’esame di Stato della scuola di Gentile. Poi due «terremoti»: il rapimento Moro e il sisma del 23 novembre 1980. Anche questi eventi fanno parte della storia dei magnifici sette irpini o, forse, è il contrario.