Addio a Laurent Cantet, Palma d’oro per «La classe»
Palma d’oro 2008 per il suo film La classe - Entre les murs, prima volta per un francese da Sotto il sole di Satana di Pialat, 1987, il regista Laurent Cantet è morto ieri a Parigi all’età di 63 anni. Autore di nove lungometraggi (tra cui Risorse umane, 1999, A tempo pieno, 2001, e Verso il sud, 2005), stava lavorando a un progetto cinematografico, The Apprentice, che sarebbe dovuto uscire nel 2025.
Metà documentario e metà finzione, La classe - Entre les murs, vede protagonisti un insegnante di francese, François Bégaudeau (autore dell’omonimo romanzo a cui il film è ispirato), e studenti dai 13 ai 15 anni, dalle diverse origini geografiche e sociali, in un collegio parigino.
Il Festival di Cannes ha immediatamente espresso il suo cordoglio, ricordando Cantet come un «ostinato umanista, che cercava la luce nonostante la violenza sociale; che trovava la speranza nonostante la durezza della realtà». Un cineasta e sceneggiatore, si legge ancora nel messaggio, «il cui lavoro coerente e umanista ha tratteggiato un cinema sensibile, sulla pelle e sulla superficie della società». E per classe - Entre les murs, un film «dal naturalismo sconcertante».
Cantet era tornato a Cannes nel 2017 con L’atelier, in cui un gruppo di giovani cercano l’integrazione attraverso uno stage di scrittura. «Un film che rivela un mondo forse ancora più duro di quello descritto da La classe — lo aveva descritto il regista —. Allo stesso tempo spero dimostri anche che la parola è importante. E che i giovani la padroneggiano piuttosto bene».
Il suo ultimo film, Arthur Rambo - Il blogger maledetto, uscito nel 2021, parlava di come si può distruggere una reputazione sui social network. L’opera è ispirata alla storia vera di Mehdi Meklat, giornalista e scrittore franco-algerino diventato famoso raccontando le banlieu parigine, prima che nel 2017 venisse scoperto che, in passato, aveva postato centinaia di messaggi antisemiti, omofobi, misogini, di apologia del terrorismo.
«Cineasta raffinato, discreto e pieno di umanità, per nulla abbagliato dalla sua Palma d’oro, Laurent Cantet ha realizzato con precisione e senso del ritmo ciò che è più difficile nel cinema: filmare conversazioni, ovvero la vita», ha commentato ieri l’ex presidente del Festival di Cannes, Gilles Jacob.