Corriere della Sera

Offensiva russa su Kharkiv L’armata prova a sfondare

Bombe sulla regione nella notte. L’allarme di Zelensky: subito le armi occidental­i

- Francesco Battistini

Irussi l’avevano conquistat­a due anni fa. Poi l’avevano persa nella controffen­siva ucraina d’autunno. Ora l’hanno ripresa a modo loro: senza entrarci, ma radendola al suolo. Da Vovhansk, 17 mila abitanti a 15 km da Kharkiv, mandano i video d’una scuola e d’un ufficio postale: mozziconi di muri, rovine fumanti. Non sarà ancora la Grande Offensiva, come s’affrettano a dire gli ucraini e confermano i russi, ma che notte l’altra notte: alle 3, le bombe aeree son cominciate a piovere sulla regione di Kharkiv e per dieci ore s’è consumata una «battaglia feroce», dice Volodymyr Zelensky: «La Russia ha lanciato una nuova offensiva, ma l’ucraina ha affrontato le forze russe con truppe, brigate e fuoco d’artiglieri­a», e questa spallata per ora «è stata fermata». Nessuna illusione: Mosca sta mandando altre forze e «i nostri militari stanno calcolando bene le forze, per affrontare il nemico».

Ci siamo? Sono prove generali, concordano gli esperti militari: una ricognizio­ne russa, sulla pelle dei tremila abitanti di Vovhansk costretti a scappare. Mosca gioca al gatto col topo, visto che il topo non riesce ancora ad avere le munizioni per difendersi, e ha una certa fretta di scegliere: aspettare gli ucraini nella trappola di Vovhansk? Sfiancarli su tutt’e mille i km di fronte? Creare una zona cuscinetto per proteggere Belgorod, subito al di là del confine? Puntare su Sumy? Preparare il grande attacco a Kharkiv? L’ultima è considerat­a l’avanzata meno probabile, anche se il vicecapo dell’intelligen­ce ucraina, Vadyn Skibitsky, l’aveva già anticipato la settimana scorsa: Kharkiv e Sumy saranno i fronti di maggio. Negli ultimi tempi c’erano stati segnali d’offensiva, coi bombardame­nti a fonti d’energia. Ieri le truppe russe sono penetrate per un chilometro, pur avendo forze sufficient­i per farne altri dieci. Ora il tentativo di sfondament­o della linea ucraina potrebbe orientarsi subito su piccoli centri: Striletcha, Krasne, Pylna, Borysivka, Pletenivka.

Prendere Kharkiv, seconda città dell’ucraina, sarebbe una conquista più che simbolica: significhe­rebbe il crollo di gran parte del fronte orientale. È per questo che gli ucraini negano: «Non abbiamo perso un solo metro», garantisce il comandante regionale Oleh Syniehubov. A sentire lui, i russi non hanno le risorse per arrivare in città, pur se queste ultime incursioni dell’artiglieri­a corazzata lo preoccupan­o: a Vovhansk, sarebbero già entrati incursori russi.

«Tre mesi fa, hanno usato 80 mila uomini per piantare bandiera ad Avdiivka, che è un villaggio! Ma come fanno a catturare Kharkiv?». A Kiev, i generali non credono che per i russi sarà un’offensiva facile. Però bisogna spicciarsi con le forniture, protesta Zelensky, «alcuni partner non stanno rispettand­o i tempi promessi». La Casa Bianca ha sbloccato altri 400 milioni, terza tranche in tre settimane, soprattutt­o razzi Himars. Ma gli F-16 non ci saranno prima di giugno-luglio. E comunque non tutto quel che arriva è utilizzabi­le: per esempio, siccome le munizioni tedesche non funzionano sui mortai polacchi e viceversa, in prima linea è un caos di spostament­i d’armi e di forniture. A Mosca, lo sanno. E la produzione Rostec, l’industria di stato che fornisce l’80 per cento degli armamenti, è sotto sforzo massimo: +100 per cento di lanciarazz­i, +350 per cento di tank, +1.000 per cento d’artiglieri­a, +2.000 per cento di mortai. Se la Grande Offensiva non è già questa, le somiglia.

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Le fiamme Soldati ucraini al lavoro spengono gli incendi dopo il raid russo su Kharkiv (Epa)
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