Salvini alza i toni: cosa sarebbe dei pm se venissero spiati?
Nordio: bestemmia che Toti debba provare l’innocenza Serracchiani (Pd): strana idea delle carriere separate
Come era prevedibile, l’inchiesta della Procura genovese ha infuocato la scena politica a un mese dalle elezioni europee. La maggioranza fa muro nel difendere il governatore della Liguria Giuseppe Toti, arrestato per corruzione, e attacca la magistratura, invocando la presunzione di innocenza e respingendo la richiesta pressante del Pd e del M5S di dimissioni.
«Toti fa bene a non dimettersi. Se qualunque indagato si dovesse dimettere domani c’è l’italia ferma» dice il vicepremier Matteo Salvini, che poi rincara, contro i giudici: «Vorrei sapere se ci fossero microspie negli uffici di qualche magistrato per quanto tempo continuerebbe a fare il magistrato». Per il ministro della Giustizia Carlo Nordio, è «una bestemmia», esigere che «sia l’indagato a dimostrare la sua innocenza. È l’accusatore che deve dimostrare la colpevolezza dell’indagato. La nostra parola d’ordine è l’enfatizzazione della presunzione di innocenza».
Commenta invece la «tempistica» della Procura, il ministro Nello Musumeci. «a venti giorni dalle elezioni, qualche dubbio lo alimenta». Poi, al festival De Portibus a La Spezia, fa la distinzione tra la maggioranza della magistratura che è «equilibrata e fa il suo dovere» e una «minoranza, che si è formata nelle università, nelle organizzazioni giovanili di estrema sinistra, che è rimasta comunista anche quando fanno i magistrati». A far infuriare il Pd, oltre alle parole di Salvini, è stato anche il post su X del ministro della Difesa Guido Crosetto, un «dialogo surreale» con un interlocutore immaginario nel quale accusa la magistratura di voler «attaccare tutti da adesso al prossimo anno, per distruggere i nemici politici ed andare alle elezioni».
Si ribella Debora Serracchiani: «Il pizzino del ministro della Difesa, inviato attraverso i social, e le dichiarazioni incendiarie del vicepremier contro i magistrati — tuona la responsabile giustizia del Pd — sono la conferma che il governo ha una strana interpretazione della separazione dei poteri, della leale collaborazione istituzionale, della indipendenza e autonomia della magistratura. Meloni richiami immediatamente il vicepremier e il ministro della Difesa che oggi hanno superato il limite».
Dimissioni chiede dunque il Pd, partendo da quello ligure, attraverso il segretario del partito in Liguria, Davide Natale: «Elezioni al più presto».
E dimissioni ha chiesto anche Giuseppe Conte, che ieri tornando sulla vicenda ha aggiunto: «C’è un malcostume diffuso: corruzione, infiltrazioni politico mafiose. E c’è la torta del Pnrr, 209 miliardi. È davvero una vergogna che quel piano diventi la mangiatoia per gli amici imprenditori, i comitati di affari, le mafie, la malavita organizzata».
No alle dimissioni per Carlo Calenda, segretario di Azione, ma subito «una legge contro il conflitto di interesse».
"A questo punto eliminiamo le cene di finanziamento e quella pessima legge e reintroduciamo il finanziamento pubblico ai partiti
Edoardo Rixi viceministro alle Infrastrutture (Lega)