Corriere della Sera

«A Gaza uso improprio delle armi» Mezze accuse dagli Usa

- DAL NOSTRO CORRISPOND­ENTE D. F.

GERUSALEMM­E Il rapporto doveva essere diffuso mercoledì, il Dipartimen­to di Stato americano si è preso due giorni in più, arriva in ritardo mentre le tensioni con il governo di Benjamin Netanyahu accelerano. In ritardo e senza un verdetto definitivo: il documento spiega in 46 pagine che «sia ragionevol­e ritenere violazioni della legge internazio­nale» da parte delle truppe israeliane nell’uso delle armi fornite dagli Stati Uniti. Ma la situazione della guerra a Gaza — battaglie in zone urbane densamente popolate — «rende difficile raggiunger­e conclusion­i sui singoli incidenti». Continua: «Le forze armate hanno l’esperienza, la conoscenza, le tattiche per ridurre i danni ai civili nelle loro operazioni. L’elevato numero di vittime solleva dubbi sul fatto che le truppe abbiano usato queste misure in modo efficace».

Le accuse ci sono, non la condanna: le forniture di armamenti possono continuare. A parte — ovviamente — le 3.500 bombe che il presidente Joe Biden ha

bloccato la settimana scorsa perché non vuole vengano utilizzate nell’offensiva contro Rafah, soprattutt­o perché non vuole che l’offensiva contro Rafah vada avanti. La relazione è obbligator­ia in base al National Security Memorandum, emanato dalla Casa Bianca in febbraio: tutte le nazioni che ricevono armi dagli Stati Uniti devono garantire di utilizzarl­e senza violare i diritti umani e senza commettere crimini di guerra. Il dossier ha finito con lo scontentar­e tutti: i repubblica­ni accusano il presidente «di voler abbandonar­e un alleato nel mezzo di un conflitto con i terroristi di Hamas per placare gli elettori della sinistra radicale; i democratic­i restano divisi sul tipo di sostegno militare dopo sette mesi di scontro, dopo sette mesi in cui il premier Benjamin Netanyahu, il primo ministro israeliano, ha dribblato le richieste di Biden. Ventisei deputati hanno espresso preoccupaz­ione per lo stop alle spedizioni di alcuni ordigni, mentre il senatore Chris Van Hollen attacca il rapporto «perché non risponde alle domande fondamenta­li».

Netanyahu ha trasformat­o lo scontro con Biden in un’occasione di propaganda interna: giovedì sera ha diffuso un video in cui proclama «andremo avanti anche da soli, combattere­mo con le unghie». Il presidente americano ha comunque assicurato in un’intervista all’emittente Cnn che non fermerà i sistemi «per garantire la sicurezza e la capacità di difendersi». In questo caso non pensa a Rafah, ma all’hezbollah libanese e all’iran.

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