Atti del Sinodo «Le donne più protagoniste»
Sinodo, testi finali. Le vocazioni calano: garantire i sacramenti. Convivenza: superiamo le separazioni nelle parrocchie
I documenti finali pubblicati dal Sinodo sottolineano la necessità che le donne «abbiano pari dignità anche nei ruoli di chiesa». Calano le vocazioni: occorre garantire i sacramenti. Nell’ottica della convivenza è necessario superare «le separazioni nelle parrocchie».
BOLZANO La nuova veste della Chiesa altoatesina, frutto delle articolate riflessioni del Sinodo, durate due anni, sono ufficiali. Ieri sul sito della diocesi è apparso il documento relativo ai cambiamenti nella celebrazione e preparazione dei sacramenti e anche un testo interessantissimo su alcune «tematiche trasversali»: donne con funzioni dirigenziali e riconoscimento dell’opera femminile nella Chiesa, ma anche per esempio il superamento della divisione tra gruppi linguistici nella Chiesa e nella società.
In tutto sono stati pubblicati 11 documenti nelle ultime sei settimane. Il dodicesimo sarà sui temi sovradiocesani. A ottobre e novembre l’assemblea dei sinodali — che si chiuderà l’8 dicembre — si confronterà su come tradurre in pratica i documenti.
La partecipazione «consapevole»
Nel documento pubblicato ieri la Chiesa locale si congeda dalla tentazione popolare di fondare la fede su convenzioni sociali e guarda la futura pastorale dei sacramenti dalla prospettiva di una scelta «consapevole» per la fede. Una «fiducia in Dio» che si rispecchia in modo concreto nella celebrazione dei sacramenti e nella loro preparazione. Questo contro «la forte tendenza che vuole una privatizzazione della celebrazione dei sacramenti, in particolare del battesimo e del matrimonio». Questo principio riguarda in primo luogo i sacramenti di iniziazione come il battesimo, la cresima e l’eucarestia. Questi «vengono, in linea di principio, celebrati in presenza della comunità» e, in particolare per la cresima «in un’età educativa e consapevole». Si parla anche di come «la parrocchia accompagna le coppie, le sostiene e le rafforza» nel matrimonio con «una particolare sfida rappresentata dalle coppie miste, i cui coniugi appartengono a culture ed espressioni religiose diverse». E se la coppia scoppia? «Il fallimento umano in questo sacramento non esclude, dopo un processo di maturazione, un nuovo inizio».
La riconciliazione preziosa
Anche perché esiste la riconciliazione: «Le persone che soffrono per la consapevolezza di una colpa si sentono sollevate, consolate e perdonate da Dio e dalla comunità ecclesiale». Il Sinodo spiega che «nel tessuto sociale in cui viviamo è vitale recuperare la coscienza della corresponsabilità». Per questo, «le celebrazioni penitenziali comunitarie sono occasioni importanti, soprattutto nei tempi liturgicamente forti di Avvento e Quaresima, perché la comunità cristiana possa riconoscere la propria perenne inadeguatezza di fronte all’Amore di Dio, e le proprie concrete inadempienze». Occasioni preziose «perché il perdono circoli, per renderci più umani».
Giovani sacerdoti cercansi
Parlando dei sacramenti, il Sinodo ha trattato anche la graduale flessione nelle nuove vocazioni: «A causa di questo forte calo, risulta sempre più problematico raggiungere un sacerdote sul territorio e occorre garantire nei principali centri abitati dei luoghi dove sia possibile confessarsi frequentemente». Il problema riguarda per esempio anche le «unzioni».
In effetti, come è emerso da un servizio del Tg3 regionale di ieri, al seminario di Bressanone una volta c’erano decine di persone mentre oggi i seminaristi sono solo cinque e ce ne sarà uno solo il prossimo anno. Il rettore Michele Tomasi ammette che «non ci sono più sufficienti sacerdoti e che quindi le parrocchie dovranno collaborare di più dal momento che sempre piu sacerdoti avranno la cura di più comunità».
La componente femminile
L’altro testo diffuso ieri («tematiche trasversali») parla di donne, gruppi linguistici e generazioni. Nel primo caso, il Sinodo vede «una Chiesa, nella quale uomo e donna sono uguali nella loro diversità e sperimentano pari dignità e diritti». Citando anche altri documenti precedenti, si sottolinea che « la Chiesa tributa alle donne un particolare riconoscimento» poiché «incidono nel servizio della Chiesa al prossimo assumendo posizioni chiave». Anche per questo viene sottolineata la necessità di coinvolgere le donne nei processi decisionali all’interno della Chiesa. Il Sinodo sottolinea «l’empatia e il carisma proprio della donna di intessere cordiali rapporti di amicizia e fraternità con tutti, per suscitare partecipazione e collegare in rete le comunità dei diversi gruppi linguistici, delle varie nazionalità, culture e delle diverse visioni del mondo». Resta aperta, invece, per il prossimo documento, frutto di ulteriori riflessioni, la questione relativa del sacerdozio femminile.
La sfida «interetnica»
Sulla convivenza, la Chiesa locale è davanti a una grossa sfida, che la vede partire da «un’organizzazione (ancora) divisa secondo gruppi linguistici, a tutti i livelli». Il Sinodo si è espresso per un superamento di questo doppio binario strutturale: «Siamo consapevoli che tra di noi e nei diversi gruppi linguistici troviamo diverse letture delle stesse realtà e diverse modalità con cui agire in esse». Urgono insomma «processi di unificazione» come per esempio il fatto che «le istituzioni ecclesiali devono cercare collaboratori di tutti i gruppi, uniformando anche i percorsi di formazione».
Coppie divise «Il fallimento umano non esclude un nuovo inizio, dopo il processo di maturazione»