Corriere dell'Alto Adige

Driscoll & Kouyate ritmo senza confini «La nostra musica è contaminaz­ione»

- Lorenzo Sighel

Può succedere che fra musicisti, senza tante chiacchier­e, si cominci a suonare e si faccia in qualche modo conoscenza senza bisogno di parlarsi. Ci sono anche quelli che, addirittur­a parlando lingue diverse, da una semplice jam session finiscono a fare dischi e tour insieme. È il caso di Joe Driscoll, americano di nascita e inglese d’adozione che, dopo l’incontro con il guineano Sekou Kouyate (che parla francese, ma ben poco inglese) ha dato vita a un connubio perfetto. Se ne potrà avere una dimostrazi­one stasera alle 21 nel Giardino S. Chiara di Trento quando il duo, nell’ambito di Itinerari Folk, si esibirà in un concerto esclusivo.

Se la musica non ha bisogno di parole cosa si potrà mai scrivere in un articolo come questo?

«Bisogna ascoltare tanta musica e anche la propria “pancia”, così si avrà qualcosa da dire. Noi facciamo in questo modo.»

Se lei e Kouyate parlate lingue diverse ci sarà pur bisogno di un mediatore almeno per i momenti in cui non suonate, o no?

«Non è poi così difficile capirsi. È stato un lungo processo, ma io sto studiando il francese e anche l’inglese di Sekou è un po’ migliorato durante i tour. In qualche modo ce la facciamo».

Qual è l’origine del suo soprannome «il gangsta dal polmone d’acciaio?»

«Io e il rapper Cee-Lo Green abbiamo degli amici in comune. Stavamo festeggian­do insieme e in quel periodo usavo un didjeridoo per fare beatboxing. Lui trovava curioso che io girassi sempre con questo tubo e mi chiese spiegazion­i. Cominciai a usarlo ed esclamò: “Damn! Gangsta got an iron lung!” (Dannazione! Questo gangster ha un polmone d’acciaio)».

Cosa rappresent­a per voi l’hip-hop dal momento che fate numerose escursioni nell’ambito della musica rap e affini?

«Non ci preoccupia­mo dei generi, usiamo tutto quello che può funzionare per la nostra musica».

Proprio la musica rap ha rappresent­ato una piccola rivoluzion­e nella musica di consumo. Cosa crede che succederà, adesso, di nuovo?

«Forse ci sarà sempre più spazio per le commistion­i come la nostra. La gente è sempre più sottoposta a ogni genere di influenza senza limiti territoria­li». Suonerete solo pezzi vostri? «Sì. A parte uno di Stevie Wonder perché… Beh, perché lui è il Maestro.»

Info: 0461-213834

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