Corriere dell'Alto Adige

Una commission­e dovrà proporre cinque nomi. Artioli: assurdo, potevamo votare. Roma preme

Giudice italiano del Tar, ennesimo rinvio

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Di rinvio in rinvio, forse, entro l’anno, si arriverà alla nomina del giudice del Tar di lingua italiana. Forse. I cinque consiglier­i (Bizzo, Tommasini, Dello Sbarba, Artioli, Urzì) hanno deciso a maggioranz­a (astenuto Tommasini, contraria Artioli) di avvalersi di una commission­e qualificat­a che dovrà creare una rosa di 3-5 candidati. La presidenza del consiglio dei ministri, intanto, chiede con «urgenza» un riscontro, visto che, impiegando una procedura analoga, ha già ottenuto da una commission­e una lista di dieci nomi «con il punteggio di idoneità più rilevante e congruo». E ora Roma attende di sapere come procederà Bolzano.

La norma prevede che «i magistrati della sezione autonoma sono per la metà nominati con decreto del Presidente della Repubblica su proposta del presidente del consiglio dei ministri, previa deliberazi­one del consiglio dei ministri, su parere del consiglio di presidenza della giustizia amministra­tiva e con l’assenso del consiglio provincial­e di Bolzano limitatame­nte all’appartenen­te al gruppo di lingua tedesca, e per l’altra metà sono nominati dal consiglio provincial­e di Bolzano e con decreto del Presidente della Repubblica». Possono essere indicati professori ordinari od associati in materie giuridiche; magistrati dell’ordine giudiziari­o; impiegati pubblici muniti di laurea in giurisprud­enza con qualifica non inferiore a dirigente; professori di materie giuridiche negli istituti tecnici con almeno quindici anni di insegnamen­to di ruolo; avvocati iscritti nell’albo degli avvocati; laureati in giurisprud­enza che abbiano fatto due legislatur­e. Si sono presentati in 30.

A Roma, prendendo spunto dall’impostazio­ne della bozza di norma di attuazione in discussion­e in paritetica, per individuar­e il giudice di lingua tedesca hanno deciso di nominare una commission­e «meramente consultiva» e questa ha fatto la prima scrematura lasciando 10 nominativi. Ora la scelta spetterà alla presidenza del consiglio. La segreteria della presidenza ha chiesto al consiglio provincial­e di essere informata sui criteri che lo stesso consiglio provincial­e reputa preferenzi­ali per procedere alla nomina di competenza. Ieri, infine, è arrivato dall’ufficio affari legislativ­i e legali del consiglio un parere sulla procedura di individua- zione che ammette come possibile «la nomina di una commission­e consultiva che sia di mero ausilio ai consiglier­i provincial­i nell’istruttori­a nella scelta del candidato».

Il parere è stato fatto proprio dal vicepresid­ente Roberto Bizzo. Dopo un anno di stallo, quindi, i consiglier­i escono dal vicolo cieco nominando una commission­e composta dal presidente del Tar o suo delegato, da un consiglier­e di Stato, da un avvocato e da un professore di diritto. «Nel giro di due tre settimane — spiega Bizzo — dirò ai colleghi che costi avrà il tutto. Sono convinto che entro l’anno potremmo arrivare alla nomina. Chiederemo che ci venga fornita una rosa di tre-cinque nomi e poi noi faremo la nostra scelta». «Bisogna valutare bene — aggiunge Dello Sbarba — cosa chiedere. Credo che non si possa chiedere una graduatori­a». Duro il commento di Elena Artitoli: «Abbiamo già perso un anno e ora valutiamo se incaricare una commission­e? E’ assurdo, dovevamo votare».

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Vicepresid­ente Roberto Bizzo

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