Buscaglia fa le carte al campionato «Venezia credibile, Milano e Sassari al top»
Il coach della Dolomiti Energia predica lavoro, umiltà e innovazione «Iniziamo un percorso diverso anche per via dell’impegno europeo Sutton e Wright daranno solidità»
Il rischio maggiore sarebbe dare per scontata la sua presenza. Maurizio Buscaglia sta per iniziare la decima stagione sulla panchina di quell’Aquila che ha preso per mano conducendola dalle cosiddette minors sino ai play off della massima serie nazionale. Ormai si è talmente abituati a vedere il «Busca» guidare i bianconeri, alla sua gentilezza e alla sua disponibilità, che immaginare Trento senza di lui risulta impossibile. In un panorama sportivo sempre più caratterizzato da rapporti professionali mordi e fuggi, il tecnico perugino rappresenta infatti quell’eccezione che conferma la regola.
Coach Buscaglia, che tipo di stagione si aspetta?
«Veniamo da un’annata positiva che oltre ai buoni risultati ha portato in dote anche quell’esperienza in serie A che per ovvi motivi ci mancava. L’errore più grande sarebbe quello di volersi ripetere mentre dovremo cercare di ripartire e cominciare un percorso diverso. I ragazzi in quasi due mesi di preparazione sono stati eccezionali in quanto non si sono limitati a partecipare al lavoro ma lo hanno metabolizzato, vissuto sulla propria pelle senza mai lamentarsi di eccessivi carichi o chissà che altro. I nuovi arrivati si sono rivelati ottime persone prima che dei giocatori importanti e questo, oltre alla naturale predisposizione dei reduci delle passate stagioni, ha reso possibile la creazione di un gruppo solido sin da subito. Si tratta di un aspetto che spesso fa la differenza nell’arco di un campionato».
Nel lungo percorso che ha caratterizzato il precampionato la squadra sembra essere cresciuta sia nei singoli che nel gioco complessivo.
«Abbiamo disputato diverse partite amichevoli senza mai stare troppo attenti ai risultati ma concentrandoci su altri aspetti. Passo dopo passo, senza andare troppo in là con il pensiero, ho visto migliorare le prestazioni dei singoli e più in generale della squadra, questo è innegabile. Abbiamo cambiato metà del nostro roster e conseguentemente anche modo di stare in campo cercando di andare incontro alla caratteristiche fisiche e tecniche dei ragazzi. Si tratta di un processo lungo e faticoso: abbiamo davanti tutta la stagione per continuare a migliorare attraverso un lavoro quotidiano che sarà diverso dallo scorso anno in considerazione degli impegni europei».
Quali sono le formazioni più complete e competitive che lotteranno per le zone nobili della classifica?
«In generale mi sembra che quasi tutti i club abbiano puntato su gruppi più lunghi e profondi rispetto a qualche mese fa, il tutto stando molto attenti alle spese da sostenere. Credo che Venezia, se possibile, sia ancora più credibile e completa confronto alla passata stagione; Milano e Sassari restano delle corazzate assolute anche se hanno cambiato parecchio. Poi c’è Reggio Emilia che dopo la finale scudetto raggiunta si presenterà ai nastri di partenza con grande fiducia. Insomma la parola d’ordine sarà equilibrio».
C’è qualcuno dei suoi giocatori che nello spogliatoio riveste un ruolo particolare?
«Chi è qua da anni e conosce quindi bene la realtà, penso a Toto Forray o Davide Pascolo, ha fisiologicamente più voce in capitolo rispetto ai compagni appena arrivati. Lo stesso Jamarr Sanders è un esempio positivo, allo stesso tempo sono certo che atleti del calibro di Dominque Sutton e Julian Wright non tarderanno a dar ulteriore solidità al gruppo».
Coach, sarebbe soddisfatto se a giugno...
«Non potete fare questa domanda a chi vive ogni singola partita come fosse la più importante in assoluto. Diciamo che la mia speranza è che di giorno in giorno, di settimana in settimana il gioco possa migliorare e solo in questo modo potremmo ottenere dei risultati importanti che facciano contenti tutti i nostri insostituibili».