«La sfida più dura? Con Carmelo Anthony Ecco la mia Nba»
Julian Wright pronto a fare il leader «Farò buon uso della mia esperienza»
Il basket è il secondo sport di squadra più seguito in Italia e Julian Wright può vantare più di 200 partite in Nba. Non è quindi azzardato sostenere che il centro di Chicago è l’atleta più importante e prestigioso che abbia mai militato in una società regionale. Ventotto anni, 203 centimetri per 107 chili, Wright è un prodotto dell’università di Kansas, come professionista ha difeso per tre anni i colori dei New Orleans Hornets che ne apprezzano il notevole atletismo abbinato a ottime capacità tecniche prima di finire ai Toronto Raptors nell’estate 2010. In quattro stagioni di carriera NBA ha giocato 231 gare con 13,2 minuti di impiego medio, producendo 3,9 punti e 2,3 rimbalzi a gara. Poi, prima di approdare a Trento, esperienze in Grecia e Israele.
Wright, come sta procedendo l’ambientamento a Trento fuori dal campo?
«Sta andando tutto benissimo. Prima di scegliere la vostra città mi ero informato sulla qualità di vita e devo dire che le promesse sono state mantenute. A breve mi raggiungeranno mia moglie e mio figlio e sono certo si troveranno alla grande. Per il resto non posso dire di aver visto molto, ho intenzione di aspettare l’arrivo dei miei famigliari per cominciare a visitare il resto del vostro Paese».
Cosa ci può nuovo club?
dire
del suo
«La parola chiave per capire la validità di tutto quello che ho trovato è “organizzazione”. Qui ogni componente della società sa perfettamente qual è il suo compito e non invade gli spazi operativi degli altri, inoltre c’è un’ottima comunicazione e noi giocatori siamo seguiti passo dopo passo. Insomma ci sono le condizioni ottimali per poter fare al massimo il nostro lavoro senza dover pensare a nient’altro. Credetemi, non è una situazione così comune e alla lunga certe dinamiche si trasformano in punti sul campo. Per quanto concerne invece il lato più sportivo, ho trovato un gruppo composto da diversi giocatori che già si conoscono e hanno vinto insieme: questo è un aspetto fondamentale per cominciare a costruire qualcosa di nuovo».
Per chi ha militato nel miglior campionato del mondo non dev’essere facile trovare
«Personalmente trovo gli stimoli nel sentirmi centrale e importante all’interno di un gruppo. Qui all’Aquila mi rendo conto di rivestire un ruolo particolare nello spogliatoio ma con questo non voglio dire che sono diverso dagli altri. Molto più semplicemente porto in dote un bagaglio di esperienza che altri non hanno e cercherò di farne buon uso. Non sono un leader che urla ma cerco di dare l’esempio