Così Bolzano può rimettersi in gioco
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«Ahora Bolzano!». Prendendo in prestito lo slogan di Manuela Carmena, nuova sindaca di Madrid, vale la pena andare alla radice dei problemi del capoluogo, che rischia seriamente di diventare una società «in house» della presidenza della Provincia in convenzione con alcune lobby private. Questo è il senso di quello che sta accadendo: una riscrittura brutale degli equilibri di potere del sistema autonomistico e la conseguente cancellazione dell’anomalia politica e istituzionale rappresentata dal capoluogo.
Le molte penne che si sono messe al servizio di tale disegno hanno diffuso a piene mani l’immagine di una città ferma di fronte a una Provincia che correva e dispensava sogni. Peccato che i veti e i vincoli che hanno condizionato la città abitassero tutti a Palazzo Widmann.
La triste fuga di Spagnolli non è stata affatto l’eroica presa d’atto di una situazione di ingovernabilità, bensì solo il brutto epilogo di un processo reso evidente dalla manovra di Anna Pitarelli, ma iniziato molto prima. Non si è voluto soltanto blindare il famigerato progetto Benko, ma aprire la strada alle decisioni sull’assalto speculativo all’Areale ferroviario e a ulteriori tagli al bilancio del capoluogo. Si sono volute imporre alla città priorità diverse da quelle reali e condivise. In una miriade di tavoli tecnici, in alcuni studi professionali e salotti buoni sono passate e stanno passando sulla testa della città scelte finalizzate a rendere strutturale e definitiva la marginalità del governo cittadino, la rinuncia ai progetti strategici quanto innovativi e il continuo drenaggio di risorse verso altre scelte e altre zone del territorio.
Tutto ciò occultato da slogan accattivanti: «sbloccare Bolzano», oppure «fare finalmente qualcosa». Per far passare queste scelte, a maggio, si era cercato di vincere le elezioni con una maggioranza diversa da quelle precedenti vagamente aperta a destra e fondata su un programma con due soli punti: sottomissione del pubblico ai privati e riduzione dei servizi sociali per finanziare un taglio delle tasse generalizzato anche ai settori più ricchi della società. I risultati elettorali hanno bocciato tale prospettiva e, dopo il ballottaggio, Spagnolli si è trovato senza una maggioranza autonoma. Un’altra maggioranza di centrosinistra era possibile e un programma di compromesso abbastanza dignitoso il consiglio comunale l’aveva pur approvato, ma proprio per tale ragione, dopo la bocciatura del progetto Benko da parte del consiglio comunale stesso, si è lavorato per far saltare tutto. Lo ha fatto il sindaco, lo ha fatto la nuova segreteria del Pd, Liliana Di Fede, lo hanno fatto il vicesindaco Ladinser e il presidente del consiglio, Walcher. Quando tutto questo non è bastato — e si stava delineando, con il contributo determinante di una parte della Svp cittadina, una fragilissima via d’uscita (malgrado appunto Spagnolli e Ladinser) — una campagna di stampa un po’ sgangherata ha aperto la strada all’intervento diretto del presidente della giunta provinciale e al successivo commissariamento. La riproposizione di un governo di centrosinistra con la presenza di Verdi e sinistra era troppo scomodo.
Se qualcosa l’area della sinistra ecosociale si può rimproverare negli ultimi anni non è di aver provato a governare, ma semmai di averci provato troppo poco, affrontando la situazione troppo sulla difensiva e svolgendo un ruolo di interdizione, prezioso, ma non sufficiente. La partita è però ancora aperta. Alcune scelte fatte di recente, innanzitutto sul progetto Benko, sono a forte dubbio di legittimità e non reggono proprio, nonostante i loro cantori a una seria verifica concreta. La città, in modo trasversale, è in grado di esprimere energie positive in grado di cambiare il corso delle cose rimettendo al centro una vera soluzione dei suoi problemi e rilanciando il suo ruolo autonomo e nonché dei progetti fondati su innovazione, eccellenza, cultura, diritti sociali e qualità della vita. «Ahora Bolzano», dunque.
Le alleanze, i candidati, le primarie, le secondarie e le terziarie si fanno con trasparenza in base alle scelte. Il resto è niente.