Corriere dell'Alto Adige

Il lavoro va cercato

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Gentile direttore, è proprio vero che i tempi sono cambiati a discapito della razionalit­à della spesa.

Ho sentito da un lavoratore, ospite del talk show «L’aria che tira» su La7, che si trova da sette anni in cassa integrazio­ne, percependo fino all’80% del salario e che ritiene la tal cosa giusta perché lo Stato o le imprese non gli hanno offerto un lavoro. A questo punto vorrei capire se è il disoccupat­o che deve cercarsi un lavoro, anche non gradito, o se può essere mantenuto per tutta la vita con i soldi pubblici (tasse) o con gli accantonam­enti delle imprese.

In un passato non molto lontano queste situazioni non erano neppure pensabili. Questo mi pone in posizione contraria all’erogazione dell’assegno di cittadinan­za proposto da M5S perché significhe­rebbe mettere i disoccupat­i in attesa permanente di offerta di lavoro, togliendo ogni stimolo, alla sua ricerca. Il nostro Paese con questa disinvolta distribuzi­one di denari, ancorché umanitaria, non potrà mai consentire un bilancio attivo orientato alla competizio­ne e alla crescita.

Non si può procedere all’assistenzi­alismo sfrenato e non corrispond­ere le indicizzaz­ioni ai pensionati medio bassi e non saldare i crediti alle imprese.

Angelo Lorenzetti

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