Boschi non convince i confederali «Poca sostanza»
BOLZANO I sindacati bocciano la visita del ministro Maria Elena Boschi, lunedì a Bolzano: nonostante il plauso di Assoimprenditori per il Jobs Act e il sostegno al referendum ottenuto dall’Svp, per i segretari generali di Cigl, Cisl e Uil la ministra avrebbe messo poca sostanza nei suoi discorsi.
«Se Boschi pensava di invogliare le persone con le cose che ha detto lunedì mattina è proprio sulla strada sbagliata — commenta Michele Buonerba, segretario Cisl — nessuna sostanza: ha rimarcato per tre volte che verranno ridotti di un terzo il numero dei parlamentari. Ma cosa cambia concretamente per i cittadini? Questa è solo immagine. avrebbe dovuto spiegare, invece, quali sono le nuove funzioni del Senato, invece ha solo detto che non sarà elettivo. Ha fatto un po’ di captatio benevolentia sull’articolo 116 comma 3, quello che riguarda le Regioni autonome e le competenze, ma non ha spiegato qual è il valore aggiunto del complesso dell’articolo 116. Quella era una cosa importante per spiegare alle persone cosa cambierà in prospettiva, visto che veniamo da quindici anni di potestà legislative concorrenti che hanno prodotto 86.000 ricorsi alla Corte Costituzionale e una spesa di 100 miliardi all’anno delle Regioni in più rispetto a quello che c’era nel 2001. Gli errori verranno corretti, ma lei non lo ha spiegato».
Tiepido anche Toni Serafini, segretario Uil: «La ministra viene qui per presentare la sua riforma, ma l’hanno pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale l’altro giorno, si voterà in ottobre, personalmente ritengo che non ci siano ancora elementi concreti per discutere — dice — il referendum non è ancora indetto. E ho trovato la posizione di Renzi sbagliata, sia dal punto di vista istituzionale che politico: c’era una campagna elettorale in cui votavano 13 milioni di elettori per i Comuni e lui ha parlato del referendum costituzionale non ancora indetto. Poi nel merito, ci sono delle cose positive e negative: il Senato, personalmente, lo avrei abolito. Sul fatto che le competenze delle Regioni siano chiare e definite va benissimo, perché questa modifica fatta da Prodi nel 2001 e che ha portato a un contenzioso tra Regione e Stato non è stata positiva».
«Che un ministro difenda l’operato del governo è scontato — sottolinea Alfred Ebner, segretario Cgil — ho dei dubbi per la positività del Jobs Act: l’occupazione è più frutto di quei soldi che sono stati investiti per la decontribuzione. Poi sulla riforma costituzionale, non c’è nessuna decisione ancora da parte del sindacato di entrare nei comitati per il Sì o per il No».
Intanto l’ex presidente del consiglio comunale Guido Margheri, organizza il tavolo per raccogliere a Bolzano le firme per il referendum «per cambiare la legge elettorale denominata Italicum e promuovere il referendum costituzionale contro la legge Boschi che stravolge gli equilibri costituzionali e non riforma affatto le nostre istituzioni, ma le rende ancora più inefficienti, meno rappresentative e le indirizza pericolosamente in senso oligarchico».
Margheri raccoglie le firme «L’Italicum rende le istituzioni ancora più inefficienti e meno rappresentative»