Taglio delle indennità Bocciata la mozione
Bizzo: la legge con i tagli va avanti. Rimangono i finanziamenti ai gruppi consiliari Bocciata la mozione di Urzì. Il consigliere: una scusa tirare in ballo l’autonomia
BOLZANO Un passo avanti e uno indietro. La questione del taglio delle indennità degli assessori assomiglia molto a un walzer. O a un balletto. Di responsabilità. Se da un lato l’ufficio di presidenza assicura che la legge andrà avanti, dall’altra viene bocciata la mozione di Alessandro Urzì che invitava a procedere con i tagli entro fine estate.
Lo stipendio dei politici altoatesini finisce periodicamente nell’occhio del ciclone visto che le indennità di presidente e assessori guadagnano molto più dei 13.800 che il decreto Monti individua come tetto massimo. L’ufficio di presidenza — fino a poco fa guidato da Thomas Widmann — ha dunque chiesto un parere al costituzionalista Giuseppe Caia per capire se anche Bolzano deve adeguarsi ai parametri fissati da Monti. La risposta di Caia è stata inequivocabile. «Anche le autonomie speciali sono tenute ad adeguarsi ai principi di coordinamento della finanza pubblica». Ergo significa che lo stipendio di Kompatscher deve scendere da 19mila a 13.800 euro, lo stesso dicasi per gli assessori che oggi guadagnano circa 17.200 euro. Ma Caia dice anche «non occorre modificare il regolamento del funzionamento ai gruppi» dato che le spese autorizzate dalla nuova disciplina «garantiscono solo il funzionamento basilare mentre sarebbe vietato prevedere ulteriori forme di finanziamento pubblico». Per le forze politiche è una boccata d’ossigeno, rinunciare al personale e ai pochi finanziamenti rimasti (5mila euro l’anno) avrebbe avuto pesanti conseguenze sulla loro attività e visibilità.
Ora Widmann ha lasciato la patata bollente in eredità al suo successore Roberto Bizzo. «Chiaramente la legge ora andrà avanti. A questo punto non possiamo bloccarla» chiarisce Bizzo.
La norma di Widmann — che ricalcola tutte le indennità prevedendo bonus per capigruppo e presidenti di commissione — rischia di mettere in serio imbarazzo il presidente de Kompatscher. Opporsi — anche solo per riaffermare la potestà provinciale di fronte allo Stato — rischierebbe di trasformarsi in un gigantesco autogol propagandistico. Il governatore infatti farebbe la figura di quello che si batte per salvare il suo stipendio. Nulla di più impopolare in questi tempi di crociate antiprivilegi.
Se la legge avanza, la mozione di Urzì — che invitava a procedere nel giro di tre mesi con i tagli previsti dal governo Monti — è stata sonoramente bocciata. In mancanza del grillino Köllensperger (che era fuori con le maestre) , solamente Urzì e Andreas Pöder hanno votato a favore. Kompatscher e Widmann si sono astenuti insieme alla maggioranza della giunta mentre tutti gli altri hanno votato contro. «Grave che non si voglia applicare la legge taglia le indennità con la scusa che si tratta di un’ingerenze in competenze provinciali. L’opposizione ha fatto un favore a Pd e Svp».
Il parere Anche Bolzano deve adeguarsi