Boschi da approvare
Puntuale come il gallo che cantò due volte prima del tradimento di Pietro, anche il centrodestra bolzanino è in procinto di tradire per la terza volta la propria storia politica, per capirsi quella degli ultimi trent’anni. La prima: all’indomani delle elezioni comunali del 1985, l’allora Msi non fu in grado di incanalare in una prospettiva di governo l’onda nera di protesta montata dai quartieri periferici che tutto travolse fino quasi a lambire il centro storico. Da lì l’onda di riflusso fu inesorabile. La seconda: la discesa in campo di Berlusconi con la sua promessa di una rivoluzione liberale del paese poteva essere l’occasione di costituire in Alto Adige l’unica cosa indispensabile: un contenitore di centrodestra che riunisse tutti i moderati. Ciò nonostante, anziché unirsi in un solo partito, An di Holzmann e Urzì e Fi di Biancofiore preferirono presentarsi in totale autonomia. Una vera genialata. Ora non occorre certo un trust di cervelli, per capire che il risultato non poteva che essere un’enorme dispersione di voti e credibilità. Pagine e pagine di quotidiani locali dedicati ai retroscena delle varie crisi del centrodestra bolzanino, con annessa e connessa la simpatica giostra di scambio di accuse all’indomani di ogni debacle elettorale. La solita piccola prepotenza coniugata alla miseria dello scopo. La terza: il meglio, o il peggio, deve però ancora avvenire ed è già scritto negli astri. Lo si registra oggi davanti alla riforma costituzionale voluta da Renzi, avallata in parlamento dallo stesso Berlusconi, ma avversata ferocemente da tutta la sinistra massimalista, dai fautori della Costituzione più bella del mondo, ciechi davanti alla possibilità che la costituzione possa anche cambiare volto. Atteso che la riforma per essere legge deve passare attraverso un referendum popolare, i sedicenti rappresentati del centrodestra bolzanino hanno pensato bene di costituire due distinti comitati per il No. Avremo, infatti, quello di Alessando Urzì e quello di Michaela Biancofiore. Così, senza nemmeno una minima obiezione, una punta di malessere, due righe per spiegarne i motivi , per dire che veramente questa è l’ultima volta che si presentano divisi. Ora sono anni che la destra reclama la riforma della Costituzione, ma quando le stesse cose le propone Renzi, si corre a costituire comitati per il No, rinnegando se stessi e la propria storia. Riusciamo ad entrare nel merito o vogliamo fossilizzarci sulle categorie di destra, sinistra e centro? La riforma proposta da Renzi potrà anche non essere il massimo della vita, ma è già qualcosa. Correre per il No solo per rifarsi di una verginità perduta tra sconfitte elettorali, scandali dei vitalizi e incapacità organizzative pare il massimo dell’ipocrisia in barba a quel minimo di coerenza che imporrebbe di non rinnegare oggi quel che si è sostenuto fino a ieri. Alex Janes, Monica Magi
BOLZANO
Cubetti, il solito errore
Verrà rifatta la pavimentazione di piazza Domenicani che ciclicamente assomiglia a quella delle strade di Roma. Leggo anche che verranno rimessi i cubetti. Ma è possibile non ci si renda conto che in una strada in cui passano decine di autobus al giorno i cubetti non si possono mettere? Tra un anno la pavimentazione sarà dissestata come è ora e ci vorrà un altro intervento. Sarebbe più sensato spendere i soldi pubblici in altro modo.
Lettera firmata