Armillaria tra lettere e sapori Testi antichi, nuovi piaceri
Di come vino e «lettere» possano incrociare le loro strade, ho scritto spesso. Ci sono libri che mettono il vino al centro, ci sono autori che del vino fanno un ingrediente delle loro storie, ci sono vini che possono essere abbinati a libri per le più varie ragioni: identità territoriali, suggestioni culturali, richiami storici. Ma quello di cui scrivo con piacere oggi è qualcosa di unico e originale, tanto nel mondo del vino, quanto nel campo editoriale. Si tratta della presentazione del Trattato sui vini di Arnaldo da Villanova, medico, alchimista e politico catalano vissuto tra il 1240 e il 1313, consigliere del re di Aragona e di Sicilia, medico di Bonifacio VIII. Un testo medievale riproposto in tutta la sua modernità grazie al lavoro di una piccola casa editrice che, dopo qualche anno di attesa, finalmente è sbarcata anche a Trento, con l’incontro che si è svolto ieri ad Impact Hub: il suo nome è Armillaria, un progetto che si è dato l’obiettivo di realizzare una serie di proposte fondate sul binomio editoria-enocultura, capaci di distinguersi per raffinatezza e originalità.
Già il nome indica un preciso orientamento: deriva, infatti, dalla sfera armillare, un complesso modello in scala usato per simulare i moti celesti e per la descrizione astronomica. Filosofia, letteratura, teologia, storia, musica, scienza politica, alchimia si incontrano intorno a una bottiglia di vino: le presentazioni di Armillaria sono delle vere e proprie degustazioni letterarie che insistono sul fatto che il piacere della conoscenza possa compiersi anche in un momento esperienziale come quello dell’assaggio. Nel caso della presentazione di ieri, in degustazione abbiamo apprezzato un vino con una storia antica, recentemente recuperato dalla cantina Villa Ligi. «Il Trattato sui vini è un testo fondamentale per amanti del vino ed enoturisti specializzati, un ricettario ancora attuale, da riproporre a chi volesse conoscere più da vicino alcuni segreti nella trasformazione del costume e della ricerca enologica nel periodo medievale», mi ha raccontato Manlio Della Serra, dottorato in Filosofia medievale all’Università di Roma Tor Vergata, ricercatore presso la Eberhard Karls Universität di Tübingen, animatore insieme a Mara Bevilacqua del progetto Armillaria. «Una fonte inesauribile per la conoscenza della radice alchemica implicita nella produzione del vino e da subito finalizzata alla guarigione del corpo. Un testo che riassume lo slancio verso saperi ancora inesplorati e la fascinazione per le promesse dell’elisir di vita eterna».
Armillaria non si limita a tradurre testi antichi, altrimenti di difficile accesso per il lettore di oggi: i suoi libri sono tutti corredati da testo a fronte e da un ricco apparato critico, nonché da un «Dispetto», ovvero un testo narrativo inedito, affidato a scrittori contemporanei per amplificare l’esperienza del lettore e suggerire spunti di riflessione sottotraccia. Oltre a quella cartacea e digitale, i testi di Armillaria si completano con un’edizione speciale, lo PseudoBook, con tiratura limitata a 50 copie, numerate e realizzate interamente a mano. «Siamo convinti che il nostro compito di divulgatori non possa unicamente riferirsi al prodotto libro che, comunque, resta un contenitore di saperi sempre consultabili e in aggiornamento», dice Manlio che ieri, partendo da un bicchiere di vino, ci ha iniziato ad un sapere antico ed eterno.
Tutti gli articoli di Solomon si trovano su www.imperialwines.org.
La presentazione Il «Trattato sui vini» di Arnaldo da Villanova Libro medievale ma saggezza moderna