Lorenzini: operazione Benko, Gries perde la sua identità
«Con l’abbattimento di Cantina ed ex Fienile, il quartiere di Gries perderà la propria identità storica». Non si dà pace l’assessora Marialaura Lorenzini per l’avvio del progetto residenziale di Benko (nella foto una simulazione). L’Obmann della Cantina Michl Bradlwarter: «Un sacrificio, ma necessario».
BOLZANO Un’occasione per riqualificare il quartiere e sostenere allo stesso tempo l’attività vinicola in città, oppure una grave perdita per l’identità di Gries? Dopo l’apertura del cantiere all’imbocco di via Vittorio Veneto, celebrata in grande stile dal gruppo Benko, il dibattito si riaccende. Non riesce a celare il rammarico l’assessora all’ambiente Marialaura Lorenzini, che prima di entrare in politica aveva collaborato con l’urbanista Marcello Vittorini al piano di recupero della parte storica di Gries. Realista l’Obmann della Cantina Michl Bradlwarter: «La vendita del terreno era indispensabile per finanziare il trasloco in una sede più moderna e garantire il futuro della Kellerei».
Dieci palazzine per 35.000 metri cubi di nuova volumetria residenziale. In tutto 130 appartamenti e 300 posti auto interrati. In mezzo, una pista pedo-ciclabile, verde privato e pubblico. Sono le caratteristiche del «Gries Village», il primo progetto benkiano che si concretizza in città: il cantiere nell’area dell’ex tennis Trafojer è stato inaugurato giovedì, con la benedizione sacra del parroco Robert Gamper e quella laica del sindaco Caramaschi. I primi 26 appartamenti saranno pronti entro il 2018, gli altri nei due anni successivi.
All’inaugurazione mancava — e non è certo una sorpresa — l’assessora Lorenzini, fiera oppositrice dello sbarco di Benko in città. Ma in questo caso la sua opposizione parte da più lontano. «La cantina — sospira Lorenzini — non dovrebbe essere abbattuta. Sarà una grave perdita per l’identità del quartiere, che si somma alla demolizione dell’ex fienile all’inizio di via Fago. Gries diventerà un quartiere anonimo, con l’eccezione del convento, con più densità e traffico. Capisco la necessità di spostare la produzione, ma la parte vecchia della cantina era comunque da salvare. Anni fa studiammo il piano di recupero con l’urbanista Vittorino: c’era anche l’idea di ospitare nell’edificio, davvero stupendo, una “università del bere bene”. Ormai tutto è deciso: mi viene un po’ da piangere».
Bradlwarter, presente all’avvio dei lavori, guarda avanti. «È vero — ammette l’Obmann — la cantina storica era molto bella. Ci abbiamo fatto il vino per tanti anni e viene un po’ di malinconia nel pensare all’imminente abbattimento. Ma dobbiamo pensare al futuro. La cessione e trasformazione residenziale dei terreni era l’unico modo per finanziare la costruzione della nuova sede a San Maurizio, un investimento da 30 milioni di euro. Ormai la vecchia struttura era inadeguata per le attuali norme e le esigenze industriali. Teniamo conto che abbiamo 220 soci, molti dei quali hanno vigneti non superiori a un ettaro e mezzo. Fanno un lavoro duro, su pendici ripide. Grazie alla nuova sede garantiremo per le prossime generazioni il mantenimento
Salvataggio fallito L’assessora collaborò con Vittorini al piano di recupero del quartiere
dell’attività vinicola in città». La vendemmia in corso sarà l’ultima con lavorazione in piazza Gries. «Subito dopo la conclusione partiremo con il trasloco di presse e macchinari — spiega Bradlwarter —. L’obiettivo è fare già la vendemmia 2018 nella nuova sede». Se i tempi non venissero rispettati, la Cantina dovrebbe pagare una penale al nuovo proprietario.
Giulio Righele, presidente del quartiere Gries-San Quirino in quota Pd, è cauto nel giudizio. «Nella trasformazione — osserva — ci sono aspetti positivi e negativi. Sicuramente da un punto di vista storicoidentitario è una perdita. D’altra parte i privati hanno diritto a valorizzare i propri terreni: la politica dovrà essere brava a monitorare gli sviluppi, a partire dalla mobilità. Per esempio: bene la nuova ciclabile, ma va chiarito per tempo l’allacciamento tra via delle Fucine e via Vittorio Veneto».