Corriere dell'Alto Adige

Emergenza freddo Individuat­i sei immobili

«Emergenza freddo», la gara. Parte la seconda fase. Tempi stretti

- F. Cle.

BOLZANO Sono sei gli immobili della zona produttiva offerti al Comune per ospitare, a partire da quest’inverno, il servizio «emergenza freddo» per i senzatetto. Questo l’esito dell’indagine di mercato, prima fase della procedura di gara varata due mesi fa dal sindaco Renzo caramaschi e dall’assessore al welfare Sandro Repetto. I tempi, però, rimangono molto stretti: una volta individuat­o l’edificio giusto (quasi sicurament­e a Bolzano Sud), bisognerà renderlo abitabile e a norma di legge. Non sarà facile, calcolando tutti i passaggi necessari, essere pronti per il 15 novembre, data in cui negli ultimi anni scattava il servizio di accoglienz­a.

Il termine era fissata per le 12 di ieri. A scadenza ultimata, i funzionari dell’uffici patrimonio comunale hanno chiuso nella sede di via Lancia il plico con le offerte. Sei quelle pervenute: tra queste la giunta dovrà scegliere l’edificio più idoneo.

Nel bando della ricerca di mercato erano fissati i paletti: si tratta di trovare — si legge — una struttura, possibilme­nte in zona industrial­e o comunque in periferia, che possa accogliere dai 100 ai 150 posti letto, con i relativi servizi sanitari. L’intenzione di Caramaschi e Repetto è far sì che tale struttura non si limiti a coprire il periodo invernale, ma rimanga attiva tutto l’anno, per dare risposta al problema dei senza dimora di varia provenienz­a. Si tratta in gran parte di quelle persone cosiddette «fuori quota», che non rientrano nel programma di accoglimen­to nazionale e provincial­e, poiché non sono stati ammessi alla domanda per lo status di profugo e che per disperazio­ne bivaccano in vari posti della città. A questi si aggiungono i senzatetto comunitari e i classici «clochard».

«Fintanto che gli sbarchi continuano — aveva detto Caramaschi nell’annunciare la gara —, non ci è dato di sapere quando e come quest’emergenza finirà. Si tratta di una catastrofe umanitaria di dimensioni epocali che certamente la città da sola non può risolvere. Bolzano è tuttavia attiva sul piano dei minori non accompagna­ti, i più deboli ed esposti a violenze e soprusi: per questo abbiamo deciso di aderire al protocollo Sprar». Lo scorso anno il servizio «emergenza freddo» era stato allestito in un’ala dell’ex magazzino Alimarket, già utilizzato come centro di prima accoglienz­a per i profughi di quota ministeria­le. Una soluzione provvisori­a che, salvo ritardi, non verrà bissata quest’inverno.

La scelta Il nuovo centro sarà allestito in zona industrial­e

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