Corriere dell'Alto Adige

Profugo morto, due indagini

Le accuse: omicidio colposo e omissione di atti d’ufficio. Tommasini difende Stocker

- Leone, Clementi

La Procura di Bolzano ha deciso di aprire un doppio fascicolo per la morte di Adan. Le ipotesi di reato sono omissione in atti d’ufficio e omicidio colposo. Non mancano gli strascichi anche sul fronte politico. Per la giornata di sabato è stato indetto un sit-in in piazza Verdi. In attesa delle esequie, il cui costo sarà sostenuto dal Comune, il vice presidente Tommasini difende la collega Stocker per la circolare sull’accoglienz­a ai profughi.

BOLZANO La Procura di Bolzano vuole vederci chiaro sulla morte di Adan, il profugo tredicenne curdo iracheno morto in ospedale dopo esser stato ricoverato a seguito di una brutta caduta dalla sedia a rotelle.

Sono due infatti i fascicoli aperti, al momento entrambi contro ignoti. La prima indagine vede come ipotesi di reato l’omissione d’ atti d’ufficio e prende le mosse da un esposto, presentato dalla famiglia attraverso i propri legali, Chiara Bongiorno e Roberta De Angeli, nel quale sostanzial­mente i genitori di Adan raccontano di essere stati abbandonat­i e di non aver ricevuto la dovuta accoglienz­a, ripercorre­ndo i giorni precedenti all’incidente e le difficoltà incontrate.

Il secondo fascicolo, sempre contro ignoti, è stato invece aperto per omicidio colposo e in questo ambito gli inquirenti intendono valutare se vi siano state delle responsabi­lità da parte di medici e personale sanitario che hanno avuto contatti con il tredicenne. In questo caso, però, la Procura si è mossa sulla base di una nota della Questura, una segnalazio­ne stilata a seguito della morte di Adan. Entrambe le indagini sono coordinate dai sostituti procurator­i Igor Secco e Andrea Sacchetti.

Da una parte, dunque, si vuole appurare se vi siano state delle responsabi­lità da parte degli uffici con i quali la famiglia si è interfacci­ata per chiedere di essere accolta, mentre con l’altra indagine si punta a verificare se vi siano state condotte penalmente rilevanti da parte di medici o infermieri che hanno avuto in carico Adan.

Lunedì la Procura aveva disposto l’autopsia sul corpo del ragazzino, che è prevista per domani. Successiva­mente, se non ci saranno ulteriori problemati­che, sarà dato il nulla osta per la sepoltura, che avverrà qui a Bolzano.

In queste ore, in ogni caso, gli inquirenti stanno ascoltando tutte le persone che hanno avuto contatti con il ragazzino nei giorni precedenti alla morte, concentran­dosi soprattutt­o sull’intervallo di tempo intercorso tra la caduta, avvenuta venerdì a Ponte Druso dopo che la famiglia si era recata in Questura, e il decesso, avvenuto nella notte tra sabato e domenica nel reparto di rianimazio­ne dell’ospedale San Maurizio di Bolzano.

Il ragazzino era affetto da distrofia muscolare e da alcuni giorni era arrivato a Bolzano con la famiglia dopo che il nucleo aveva ricevuto il diniego all’accoglienz­a in Svezia. Il nucleo non aveva trovato accoglienz­a nelle strutture e aveva trovato alloggio per due notti in un albergo pagato dai volontari e una notte nella chiesa evangelica, trascorren­do le giornate nel parco della Stazione.

Intanto la famiglia del ragazzino è distrutta, e attende con apprension­e la restituzio­ne della salma per poter dare finalmente una degna sepoltura al proprio figlio. Al momento mamma, papà e fratellini di Adan sono ospiti presso un loro connaziona­le ma sembra ormai ufficiale l’accoglienz­a nel centro di Bolzano sud «Casa Einaudi», dove al momento sono ospitate circa 90 persone.

Proprio su questa decisione, nei giorni scorsi, è stato espresso profondo disappunto sia da parte della referente comunale per i profughi Chiara Rabini sia da parte dei volontari che in questi giorni hanno fatto quadrato intorno alla famiglia. «Questa soluzione non garantisce in questo momento per loro drammatico la tranquilli­tà e la privacy necessarie», ha spiegato Rabini, chiedendo che almeno per questi giorni di lutto venga trovata una soluzione più tranquilla rispetto a un grande centro.

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Adan, profugo 13enne curdo iracheno, è morto nella notte tra sabato e domenica dopo una brutta caduta dalla sedia a rotelle e un ricovero in ospedale, dove è deceduto in rianimazio­ne
Dolore Il tredicenne curdo iracheno Adan, affetto da distrofia muscolare e deceduto nella notte tra sabato e domenica I fatti Adan, profugo 13enne curdo iracheno, è morto nella notte tra sabato e domenica dopo una brutta caduta dalla sedia a rotelle e un ricovero in ospedale, dove è deceduto in rianimazio­ne
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Il ragazzino era arrivato con i genitori e i tre fratelli tutti minorenni il primo ottobre a Bolzano, dopo aver ricevuto il diniego in Svezia

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