Ricciardi insiste «Troppi bambini non vaccinati»
Ricciardi rilancia la critiche. Stocker: facciamo il possibile
Situazione «allarmante» quella altoatesina per quanto riguarda i vaccini: a definirla tale, il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, che sottolinea anche una certa «acquiescenza da parte delle autorità locali». «Ci vuole responsabilità» — afferma Ricciardi. Ma l’assessora Stocker risponde senza timore: «Facciamo il possibile e continueremo a farlo».
Proroga Certificati da esibire entro il 10 marzo Il quadro Nelle scuole materne tedesche i piccoli non coperti sono circa mille
Che la situazione di Bolzano in tema vaccini non fosse delle migliori era già stato sottolineato più volte. Solo di qualche settimana fa la notizia che i bambini ammessi ugualmente negli asili tedeschi, nonostante la mancanza di copertura, erano stati più di mille. Ora, a puntare il dito contro la situazione e contro le autorità locali, accusati di «acquiescenza» interviene anche il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Walter Ricciardi, che definisce la situazione di Bolzano addirittura «allarmante».
«Varie centinaia di bambini sono stati ammessi a frequentare nidi e scuole materne nella provincia autonoma di Bolzano nonostante non abbiano le vaccinazioni obbligatorie previste dalla nuova legge e nonostante le norme in materia siano molto chiare» — dichiara Ricciardi, che richiama amministratori ed istituzioni locali ad un «atto di responsabilità». «Con l’introduzione dell’obbligo vaccinale per l’iscrizione a scuola a partire da quest’anno — ha affermato il presidente dell’Istituto superiore di sanità a margine della presentazione dell’indagine Censis sulla vaccinazione antinfluenzale — la situazione è migliorata in quasi tutte le regioni, dove si è recuperato in termini di coperture vaccinali nell’arco di due mesi, oltre le aspettative. L’unica situazione che preoccupa è quella di Bolzano, con dati allarmanti soprattutto per la popolazione di bambini di lingua tedesca: in centinaia sono stati ammessi agli asili senza che abbiano effettuato i vaccini obbligatori».
I termini per presentare la documentazione sui vaccini alle scuole materne erano scaduti lo scorso 21 settembre: non ci era voluto molto per capire che i risultati apparivano a macchia d’olio. Se la situazione negli asili italiani e ladini poteva essere ancora «accettabile», con pochi e contati casi, quella negli asili tedeschi era apparsa da subito disastrosa. Gli alunni non in regola, infatti, arrivavano ad essere addirittura mille: su 12.500 bimbi iscritti agli asili tedeschi, uno su dieci non risulta dunque in regola con l’obbligo vaccinale, in quanto i genitori hanno omesso di consegnare la documentazione richiesta. Con un simile quadro, l’Intendenza, nei giorni scorsi, aveva inviato ai dirigenti scolastici una circolare per sollecitare i genitori più restii a mettersi in regola entro il 10 marzo. La situazione è decisamente migliore negli asili italiani, dove si sono registrati non più di una decina di casi. Negli asili ladini, i piccoli senza copertura erano risultati essere 48.
«Nella situazione determinatasi a Bolzano — ha sottolineato Ricciardi — si intravede anche una sorta di acquiescenza da parte delle autorità locali. Va infatti ricordato che la legge sull’obbligo vaccinale relativo a dieci vaccinazioni per l’iscrizione a scuola, è una legge del Paese e va dunque rispettata ovunque». Da qui il richiamo del presidente dell’Istituto superiore di sanità. «Le autorità locali devono vigilare su tutto ciò — sottolinea il presidente dell’Istituto — ci vuole un atto di responsabilità». I vaccini obbligatori, come oramai noto alla maggior parte, sono complessivamente dieci: l’anti-poliomelitica, con ciclo di tre dosi nel primo anno di vita e richiamo a 6 anni, l’anti-difterica, tre dosi nel primo anno di vita e richiamo a 6 anni. E ancora: anti-tetanica, anti-epatite B, anti-pertosse, anti «Haemophilusinfluenzae» tipo B, anti-morbillo, anti-rosolia, anti-parotite e antivaricella. Nonostante le dure parole di Ricciardi, l’assessora alla Sanità, Martha Stocker, non pensa che la situazione vaccinale a livello locale sia stata sottovalutata. «Abbiamo da sempre fatto il massimo sul tema e il nostro impegno non è mai venuto meno — puntualizza Stocker — Abbiamo avviato campagne di sensibilizzazione e abbiamo tentato di parlare con i diretti interessati. Dobbiamo continuare ad agire sul tasto della sensibilizzazione, non abbiamo finito il nostro percorso».