«Il loro non è razzismo, ma una percezione di pericolo»
Il sociologo Brunazzo; «Data l’età, i ragazzi si lasciano influenzare da ciò che sentono»
A commentare il quadro che emerge dall’indagine dell’Astat, Marco Brunazzo, docente al dipartimento di Sociologia e ricerca sociale all’Università di Trento ed editorialista del Corriere dell’Alto Adige.
Professor Brunazzo, gli aspetti salienti che emergono dallo studio sono due: la diffidenza verso lo straniero e il poco interesse verso la politica locale.
« Il primo dato riguarda la percezione dell’insicurezza, più che l’insicurezza in sé. È probabile che i giovani, più che esprimere una preoccupazione per fatti legati a episodi specifici di criminalità e all’immigrazione, si sentano probabilmente incerti rispetto alla loro sicurezza. Ma è un problema di percezione, più che reale. Sarebbe interessare confrontare questo dato con il quadro nazionale. Comunque, nel bene e nel male, torno a ripetere che si tratta di una questione di percezione, un po’ come accade con i dati sulla criminalità: nonostante i reati diminuiscano, la percezione del pericolo rimane alta. In un momento in cui si parla sempre di più di immigrazione, dunque, e si mostrano sempre gli aspetti negativi dei processi migratori si genera un’insicurezza nei cittadini che viene riflessa anche dalle posizioni espresse dai giovani. Che non vuole dire che si tratta di giovani razzisti, che vedono negli immigrati un reale pericolo: percepiscono la difficoltà dei processi di integrazione e la riflettono».
Per quanto riguarda l’ambito politico invece?
«Per quanto riguarda la politica il quadro che emerge potrebbe essere spiegato in due modi: la prima cosa da notare è l’apertura, naturale, dei giovani che probabilmente vedono un sistema politico locale e nazionale bloccato e si interessano di più a questioni internazionali e ai grandi scenari. L’altra riflessione riguarda più da vicino il livello locale: i ragazzi vedono che il sistema politico nazionale e quello locale per tanti aspetti sono bloccati. Per un giovane italiano, madrelingua italiana dell’Alto Adige, diventa meno interessante la politica locale considerate le reali possibilità che possono avere i giovani italiani di influire su dinamiche per lo più basate su una frattura di tipo etnico, con una maggioranza tedesca. Grande interesse per le dinamiche internazionali, quindi, per i grandi cambiamenti che stanno avvenendo nel mondo, con molte perplessità verso la politica italiana, bloccata all’interno di un sistema altoatesino».
Insicurezza «Le risposte esprimono una preoccupazione che va al di là dei fatti specifici» Vedute «A livello regionale si sentono poco coinvolti: per questo l’attenzione è orientata ai grandi eventi nel mondo»
Solo un terzo dei venticinquenni riesce a «lasciare» la casa: tutti bamboccioni?
«Non penso proprio. Solo grande difficoltà ad affermarsi e a rendersi autonomi».