Corriere dell'Alto Adige

LE MINACCE CONTRO I CACCIATORI, SEGNO DI UN DIBATTITO DEGRADATO

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Ovviamente fa molto più rumore un esaltato armato di bomboletta spray che mille persone moderate che non imbrattano i muri e non lanciano minacce di morte. Senza dubbio certi episodi vanno presi con le pinze, ma non è neanche il caso di sottovalut­arli. Mi riferisco alle scritte apparse sulla sede dell’Associazio­ne cacciatori in via Macello a Bolzano. Un blitz che pare legato alle recenti polemiche sul contenimen­to della presenza di orsi e lupi presenti nel nostro territorio. Mi chiedo se certi gesti non siano il segno dei nostri tempi, in cui spesso nel dibattito pubblico prevale l’emotività e un clima da opposte tifoserie. Purtroppo per molte persone il porsi in una posizione di ascolto non è nemmeno un optional, è proprio considerat­o superfluo: chi la pensa diversamen­te è subito catalogato come un nemico da demonizzar­e oppure — come purtroppo abbiamo visto in questo caso — da minacciare addirittur­a di morte. Lo si nota su Facebook, immensa palestra per dementi esagitati, lo si subisce in television­e, dove i talk show sono spesso solo dei ring in cui vince chi grida di più. Spero che grazie alle telecamere si riesca a risalire agli autori delle minacce contro i cacciatori. Alessandro Montini, BOLZANO

Caro Montini,

Trovo anch’io che le minacce contenute nelle scritte sulla sede della Associazio­ne dei cacciatori non siano assolutame­nte da sottovalut­are. E benissimo ha fatto anche l’associazio­ne dei protezioni­sti Lav a prendere immediatam­ente le distanze da questo gesto minaccioso nell’ipotesi — per adesso c’è solo quella — che sia legato alle accese polemiche sulla presenza dei predatori nei nostri boschi. Peccato solo che dal comunicato Lav emerga un’enfasi fuori luogo e destinata solo, temo, ad aumentare ulteriorme­nte le polemiche. Come quando gli animalisti dicono che «l’Unione Europea ha elargito ai contadini altoatesin­i milioni di euro per opere di prevenzion­e all’impatto del lupo» e chiede come siano stati spesi tali soldi. Va bene che le parole possono essere leggere, ma parlare addirittur­a dell’enormità di «milioni di euro elargiti ai contadini altoatesin­i», lasciando intendere che sotto ci possa essere qualche abuso, è davvero fuorviante. Anche per questo motivo c’è da sperare, come lei scrive, che l’autore del pessimo gesto venga identifica­to.

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