Schüttelbrot altoatesino Igp, fissate le regole
Audizione con i tecnici del ministero. Trenker: «Così tuteliamo il nostro prodotto»
BOLZANO Un contenuto minimo di farina di segale del 50%, farina di frumento di grano tenero e/o di farro, malto di frumento o orzo, spezie, una lievitazione per un periodo variabile da 200 a 100 minuti fra i 25° e i 40°C e infine 20 minuti in forno a una temperatura compresa fra i 160° e i 250°C. Solo quello ottenuto in questo modo, prodotto e confezionato in Alto Adige, potrà fregiarsi della denominazione Igp «Südtiroler Schüttelbrot». Questo almeno è l’obiettivo del percorso avviato da Johann Trenker, che ha dato vita all’associazione che raccoglie, fra i 120 panificatori dell’Alto Adige, i tredici che hanno deciso di sostenere la battaglia per il riconoscimento a livello internazionale della qualità altoatesina del pane più conosciuto della provincia. «Già da tempo in Austria e Germania si è cominciato a produrre il Schüttelbrot. Non possiamo impedirlo, ma possiamo evitare che quello prodotto all’estero venga chiamato «Südtiroler Schüttelbrot» come se fosse prodotto qui. Crediamo che questo sia un modo per tutelare l’intera categoria» ha chiarito ieri Trenker nell’ambito dell’audizione organizzata all’Unione Commercio con Armando Morelli e Nunziato Di Bartolomeo, tecnici del ministero dell’Agricoltura chiamati a presenziare all’audizione nel corso della quale si è data lettura pubblica del disciplinare che andrà ora pubblicato in Gazzetta Ufficiale per trenta giorni. Scaduto il termine previsto — e in assenza di opposizioni — il testo planerà sul tavolo della Commissione Europea, che al termine di trenta giorni potrà fregiare il «Südtiroler Schüttelbrot» della denominazione Igp. «Se non ci saranno contestazioni contiamo che entro poco più di un anno il percorso possa essere completato» ha sottolineato ieri Di Bartolomeo. Una volta concluso l’iter tutti i panificatori dell’Alto Adige potranno produrre «Südtiroler Schüttelbrot», ma solo attenendosi alle regole dettate dal disciplinare previa verifica del rispetto di queste norme da parte dell’organismo di controllo preposto, ossia il Csqa Certificazioni di Thiene. «Si tratta di un provvedimento che va a vantaggio di tutti, perché dopo l’approvazione questa ricetta diventerà patrimonio della collettività» ha chiarito Di Bartolomeo.