Kompatscher: «Il test è un pilastro» Cagnotto: «Anch’io fui bocciata»
Il prefetto Cusumano: strumento importante per il territorio
BOLZANO «Il patentino è da sempre una delle colonne della nostra autonomia». A dirlo è il presidente Kompatscher, presente alla conferenza stampa per i 40 anni di quello che oggi è un requisito imprescindibile per lavorare nella pubblica amministrazione in Alto Adige: «Il bilinguismo — ha detto Kompatscher — è l’istituto grazie al quale ogni cittadino esercita il diritto di usare la propria madrelingua nei rapporti con le istituzioni. Una delle nostre peculiarità è che gli esami sono gratuiti e vengono effettuati in tutte e due o tre le lingue». Il prefetto Vito Cusumano, in servizio da maggio, ha sottolineato che nei mesi di permanenza a Bolzano ha potuto appurare che «quella del bilinguismo non è avvertita dalla popolazione come una mera formalità, ma come uno strumento importante per la vita in questo territorio». Non sono però sempre state rose e fiori. All’inizio le difficoltà furono molte, come sottolineato da Karl Rainer, ex direttore della Ripartizione presidenza: «Non fu facile approntare degli esami che accertassero le reali capacità linguistiche dei candidati — ha ricordato — poteva accadere che l’esame non venisse superato da persone perfettamente bilingui e questo creava un certo malcontento: inizialmente si faceva fatica a trovare testi adatti per le traduzioni, così venivano stralciati e rimodellati, finendo a volte per contenere degli errori. E poi i tempi di attesa, io stesso aspettai oltre 5 mesi per sostenere il mio esame orale e fortunatamente oggi, nonostante il numero degli iscritti nettamente più elevato, siamo riusciti a concentrare il tutto in una giornata, con tempi di attesa dall’iscrizione all’esame piuttosto corti». In 40 anni l’esame ha cambiato pelle tre volte: «Le novità introdotte negli ultimi anni – ha spiegato Karin Ranzi, coordinatrice del servizio esami bi- e trilinguismo — hanno avuto lo scopo di adeguare sempre più l’esame alle esigenze della vita reale, portandolo a divenire ai nostri giorni un esame moderno, equivalente a una certificazione linguistica conforme alle indicazioni europee». Presente alla conferenza stampa infine la tuffatrice e campionessa olimpica Tania Cagnotto, cresciuta in un contesto bilingue. «La prima volta che feci l’esame — ha ricordato — fui bocciata per essermi dimenticata di copiare una risposta dalla brutta alla bella copia, ma la seconda volta lo passai».