Aperture festive, dal consiglio un «no» bipartisan
Passa la mozione Pöder: «Insistere nei ricorsi contro Roma». Urzì si dissocia: «Così si torna indietro di 20 anni»
BOLZANO Il tema del riposo domenicale ha animato la giornata di ieri in consiglio provinciale: alla fine voto unanime a favore del ripristino della pausa festiva obbligatoria (si dissocia solo l’assente Alessandro Urzì). Oggi la sessione si conclude con la discussione e il voto sulla riforma degli enti locali.
La seduta si era aperta con la discussione sulla mozione di Andreas Pöder (BürgerUnion), contrario al lavoro festivo nel commercio. «Il riposo domenicale — spiega il consigliere della destra tedesca — è sempre più spesso violato e sotto attacco. Nella convinzione che le aperture e i turni festivi non facciano crescere i profitti, e che l’impugnazione statale di alcune disposizioni dell’ordinamento del commercio metta a repentaglio le chiusure domenicali e festive, la mia mozione chiede alla giunta provinciale di adire le vie legali al fine di mantenere il riposo domenicale e festivo, e nel contempo a procedere contro le aperture domenicali ovvero contro il lavoro festivo nei settori in cui non risulti assolutamente necessario».
Alla mozione Dieter Steger (Svp) aveva presentato un emendamento, al fine di impegnare la giunta a continuare ad adoperarsi per mantenere il riposo domenicale e festivo, e ad esprimersi contro il lavoro domenicale «nei settori in cui non risulti assolutamente necessario», nonché ad adottare delle misure che contribuiscano a limitare le aperture domenicali. Myriam Atz Tammerle (Süd-Tiroler Freiheit) rileva che «ci sono lavori che necessariamente devono essere svolti anche nei festivi, come quelli in campo sanitario e gastronomico, tuttavia in altri settori è importante mantenere il riposo domenicale». Brigitte Foppa (Gruppo verde) ha rilevato che in tutte le religioni è previsto un giorno di riposo, «tanto che nella Bibbia anche Dio il settimo giorno si è riposato. Questo rispecchia senz’altro la necessità umana del riposo: bisogna tenerlo in considerazione, quando si riflette sui ritmi di vita odierni e la loro frenesia».L’assessora Martha Stocker ha approvato la proposta emendata, che è stata approvata all’unanimità.
Unica voce fuori dal coro quella di Alessandro Urzì. «La Provincia — tuona l’esponente di Alto Adige nel cuore — prova a farci tornare indietro di anni. Centri commerciali chiusi, vie cittadine deserte, saracinesche abbassate: questo è lo scenario pazzesco cui vorrebbe riportarci la singolare crociata di sinistra, Svp, verdi alternativi e secessionisti. Il voto a favore di domeniche con negozi chiusi prefigurerebbe il ritorno alla Bolzano di vent’anni fa: dalle 12 del sabato pomeriggio si sprofondava in un coma profondo dove regnava il nulla. Mascherata da campagna per la tutela dei lavoratori, questa idea di Alto Adige va nella direzione opposta alle conquiste della liberalizzazione». Nota a margine: sul tema finora la Provincia si è scontrata con le competenze di Roma.