Un 2018 duro per Iveco: 90 giorni di cassa integrazione
I vertici aziendali illustrano le strategie. Il vero rilancio solo nel 2019. Oggi le assemblee
BOLZANO È un quadro in chiaroscuro quello emerso ieri nel corso dei due incontri che i vertici Iveco hanno tenuto con i rappresentanti dei lavoratori, in mattinata con Fim Cisl, Uilm, Fismic, Ugl e il sindacato quadri — firmatari del contratto specifico per il settore auto — e nel pomeriggio con la Fiom Cgil, che non ha firmato l’accordo. Agli incontri hanno partecipato per l’azienda il direttore di stabilimento Pietro Faccioli, il responsabile delle relazioni industriali della società Vincenzo Retus e Marika Massaro responsabile risorse umane dello stabilimento bolzanino. I rappresentanti dell’azienda hanno esposto ai sindacati le prospettive per il 2018 e il 2019 in termici di commesse e prodotti. «Secondo le previsioni formulate nei mesi passati, dopo un 2016 con 69 giorni e un 2017 con 115 giorni di cassa integrazione per circa 600 dei circa 800 lavoratori dello stabilimento di Bolzano il 2018 avrebbe dovuto essere l’anno del rilancio, con la fine del ricorso agli ammortizzatori sociali e il ritorno degli stabilimenti — della partita Iveco Dv fanno parte anche quelli di Vittorio Veneto, dove però non ci saranno ore di Cig nel 2018, con un’ottantina di dipendenti e di Piacenza — alla piena produttività» sottolinea Claudio Voltolini della Fim Cisl, presente all’incontro insieme al segretario nazionale di categoria Ferdinando Uliano. L’azienda ha invece comunicato che le previsioni non si sono del tutto avverate, al punto che anche per il 2018 sarà necessario programmare un periodo di cassa integrazione che potrà variare fra i 91 giorni — il massimo possibile — e fra i 60 e i 70, a seconda delle commesse che potrebbero entrare e che allo stato risultano ancora in forse. La comunicazione è stata accolta non senza una certa delusione da parte dei sindacati, ma anche d’altro canto con un cauto ottimismo. «Un dato positivo è la diminuzione delle ore di cassa del 40% con la riallocazione dei lavoralineato tori temporaneamente in altre sedi. Un ulteriore dato positivo riguarda il recupero di efficienza, che nel corso del 2017 ha raggiunto quota 8% e che è stato possibile realizzare nonostante le ore di cassa integrazione» sottolinea Giuseppe Pelella della Uilm. Cauto ottimismo ha manifestato anche Fabio Parrichini della Fiom Cgil al termine dell’incontro separato tenutosi nel pomeriggio con i vertici aziendali. «Il 2018 sarà ancora duro, ma non come il 2017 e questo è un dato positivo. Inoltre va sotto- come l’azienda sia interessata a investire in ricerca e sviluppo, e soprattutto non abbia mai toccato la maturazione della paga differita: questo rappresenta un fattore positivo per i lavoratori» chiarisce Parrichini.
Per la giornata di oggi i rappresentanti sindacali incontreranno i lavoratori per illustrare loro i contenuti dell’incontro di ieri e per valutare l’impatto della cassa sul personale nel 2018.