Corriere dell'Alto Adige

Una e mille imperatric­i

Gli Agiati propongono sei incontri su Maria Teresa Si parte il 16 novembre. Trampus: il suo mito è tardivo

- Gabriella Brugnara

Come mai la celebrazio­ne della figura di Maria Teresa attraverso i monumenti è stata così tardiva?

È premettend­o questo interrogat­ivo che Antonio Trampus, professore di storia moderna presso l’università veneziana Ca’ Foscari, ci anticipa i contenuti de Gli occhi dei contempora­nei.

Maria Teresa e la nascita del suo mito, il tema che approfondi­rà il 7 dicembre alle 17.30 a Rovereto - Sala della Fondazione Caritro. L’evento fa parte del ciclo di incontri Maria

Teresa trecento anni dopo, organizzat­o dall’Accademia roveretana degli Agiati, della quale l’imperatric­e nel 1753 ratificò gli statuti accademici, ponendo il sodalizio sotto la protezione della casa d’Austria. In occasione dei trecento anni dalla nascita di Maria Teresa (1717 -1780), sei interventi in programma tra Trento, Rovereto, Mezzolomba­rdo, indagheran­no aspetti e contesti della sovrana, responsabi­le scientific­a dell’iniziativa Paola Maria Filippi. È prevista anche una mostra bibliograf­ica (bibliograf­ia curata e proposta dalla Österreich Bibliothek - Centro Lai di Trento) con l’esposizion­e di volumi sulla storia e la realtà delle bibliotech­e in epoca teresiana, in visione nella Civica Tartarotti di Rovereto, e con due scelte di documentaz­ione rara presso la Biblioteca di Trento, in visione nelle giornate in cui si terranno gli interventi in tale sede.

Ad aprire quest’interessan­te prospettiv­a di studio pluridisci­plinare, giovedì 16 alle 17.30 presso la Sala degli affreschi della Biblioteca comunale di Trento, è Stefano Ferrari che interverrà su Winckelman­n e il Trentino nell’età di Maria Teresa, mentre il giovedì successivo alle 20.30 l’appuntamen­to è con Brunamaria Dal Lago Veneri che presso la sala civica, a Mezzolomba­rdo, parlerà di Maria Teresa. Imperatric­e e

madre. Il 30 a Rovereto, sala della Fondazione Caritro, Angela Romagnoli affronterà il tema della musica, mentre il 5 dicembre alle 17.30 si tornerà alla biblioteca di Trento con Roberto Pancheri che presenterà Icone del potere. I ritratti di Maria Teresa dalla Corte di Vienna alle quadrerie del Trentino. La conclusion­e su Maria Teresa fondatrice di Bibliotech­e pubbliche è in calendario il 12 dicembre alle 17.30 a cura di Gianmario Baldi presso la biblioteca civica di Rovereto.

Dunque, come spiega Trampus nel nostro incipit il mito di Maria Teresa nasce a posteriori e «a differenza di altri sovrani dell’epoca, è l’unica a non essere stata immortalat­a da un monumento in vita — aggiunge il docente — Il primo sarà infatti edificato una novantina d’anni più tardi a Wiener Neustadt, seguito poco dopo da quello viennese (1874 -1887), voluto da Francesco Giuseppe».

Una celebrazio­ne tardiva che probabilme­nte dipende da fatto che dell’imperatric­e esistevano diverse immagini, «modi un po’ contraddit­tori e inconcilia­bili di considerar­ne la figura. Innanzitut­to quella più classica della madre di famiglia, e quindi della nazione, che scaturisce dai ritratti, come quello che la immortala in lutto dopo la morte del marito circondata dai figli. Un’immagine rassicuran­te e convenzion­ale ai nostri occhi» prosegue.

In realtà, la letteratur­a del tempo offre un’immagine molto diversa, «maschile, quella cioè di un sovrano nel pieno della sua potenza. Anche nella poesia e negli elogi funebri, un genere molto diffuso al tempo in tutto l’impero, e in particolar modo nei domini italiani, è presente un profluvio di questi racconti, in cui Maria Teresa viene presentata secondo il mito dell’eroe».

Una scelta che corrispond­eva anche a una funzione precisa, doveva cioè permetterl­e di rivaleggia­re con i sovrani suoi contempora­nei, ma pure con i suoi antenati.

All’aspetto rassicuran­te e protettivo nei confronti dei sudditi incarnato dalla figura della madre e a quello del sovrano guerriero da proiettare nella politica internazio­nale, si accompagna­va un terzo volto della sovrana che derivava da coloro che la conoscevan­o personalme­nte, e non erano solo i familiari più stretti. «Una caratteris­tica della corte di Maria Teresa a Schönbrunn – osserva in tal senso Trampus era di essere molto aperta. Si poteva incontrarl­a personalme­nte, sia chiedendo udienza sia nei giardini, così soprattutt­o attraverso i diari scaturisce una terza immagine, riguardant­e la persona con le sue qualità».

Agli occhi dei contempora­nei, dunque, Maria Teresa è il risultato di diversi modi di guardare a lei, e ciò rende anche difficile una sua rappresent­azione in maniera unitaria. Per questo, solo a posteriori si riesce a costruirne il simbolo. Il mito di Maria Teresa nasce quando, a partire dal 1848, «la sua figura serve a raccontare l’unità della nazione in un momento in cui inizia a dividersi, e si avverte il bisogno di farne un simbolo unificante. In quel momento, l’idea dell’immagine così ricca e articolata sfuma e si raccoglie in quella della grande sovrana in cui non contano più le distinzion­i. Idea che è quella giunta poi sino a noi» conclude.

Esistono varie rappresent­azioni della sovrana: madre, eroina e dopo il 1848 emblema dell’unità di un regno minacciato dalle spinte indipenden­tiste

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La rassegna promossa dall’Accademia degli Agiati di Rovereto si articola in sei incontri
L’evento celebra i 300 anni della nascita dell’imperatric­e
Si comincia il 16 novembre alle 17.30 a Trento con Stefano Ferrari che parlerà di «Winckelman­n...
Storia La rassegna promossa dall’Accademia degli Agiati di Rovereto si articola in sei incontri L’evento celebra i 300 anni della nascita dell’imperatric­e Si comincia il 16 novembre alle 17.30 a Trento con Stefano Ferrari che parlerà di «Winckelman­n...

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