Anziana e figlio disabile nel degrado Sei parenti stretti rinviati a giudizio
In maggio il blitz dei carabinieri. Frase minacciosa al pm durante l’udienza
Il dramma della solitudine vissuto da molti anziani e da persone con particolari disabilità torna a materializzarsi in Alto Adige, questa volta direttamente nelle aule del palazzo di giustizia.
Il giudice per le udienze preliminari Walter Pelino ha infatti disposto il rinvio a giudizio per sei familiari di un’anziana della val Venosta e di suo figlio disabile: l’accusa è di aver lasciato in stato di abbandono i due, nonostante le gravi condizioni in cui versavano.
La denuncia è partita alcuni mesi fa dal medico di famiglia che, nutrendo forti perplessità e preoccupazioni sullo stato in cui versavano madre e figlio, ha deciso di rivolgersi ai carabinieri. Che, a maggio, si sono recati nel maso in cui vivevano i due: lì, secondo l’accusa e anche secondo quanto contenuto in un filmato girato in quell’occasione, avrebbero trovato una situazione di totale abbandono e degrado, con la casa ridotta a un cumulo di rifiuti e madre e figlio abbandonati a loro stessi oltre che impossibilitati, a causa delle loro difficili condizioni di salute, a far fronte anche ai bisogni più elementari.
I sei, ora, dovranno quindi affrontare un processo e provare a far valere le loro ragioni davanti alla giudice Carla Scheidle. La difesa, nel corso della fase preliminare, ha sostenuto invece che non vi erano elementi da parte dei familiari per pensare che la signora e il figlio stessero male, tanto che, a supporto di questa tesi, a un certo punto l’amministrazione di sostegno sarebbe stata revocata. Proprio sul punto, peraltro, il gup ha disposto la trasmissione degli atti al giudice civile, in modo che venga immediatamente nominato un nuovo amministratore di sostegno per i due.
Nel corso dell’udienza, oltretutto, si è verificato un grave episodio nei confronti del sostituto procuratore Andrea Sacchetti, che in questa vicenda sostiene la pubblica accusa. Uno degli indagati, infatti, si è rivolto al pm affermando: «Te stai attento». Un episodio per il quale è stato chiesto anche l’intervento del carabiniere di sorveglianza, che ha poi identificato l’uomo.
La frase, che è stata udita dallo stesso pm e da alcuni degli avvocati presenti, è stata messa a verbale, e adesso si potrebbero configurare serie conseguenze: gli atti, infatti, saranno trasmessi alla Procura di Trieste, che dal canto suo potrebbe aprire un fascicolo per oltraggio a magistrato in udienza, chiedendo di acquisire il verbale stilato in aula.
L’accusa Per la Procura i familiari avrebbero lasciato i due a loro stessi, non curandosi delle gravi condizioni in cui versavano