Malaria, ispettori ministeriali al lavoro Si valuta una nuova ispezione a Trento
Rossi: «A differenza di altre istituzioni, finché è in corso l’indagine noi non parliamo»
Il report dell’Istituto superiore di sanità è solo il primo passo. Per avere un quadro più chiaro e capire che cosa è accaduto all’ospedale Santa Chiara di Trento e come la piccola Sofia Zago, la bimba di quattro anni di Piedicastello morta per malaria il 4 settembre scorso, è stata contagiata dal parassita, il Plasmodium falciparum, ci vorrà più tempo. Il procuratore Marco Gallina sta attendendo la relazione dei suoi consulenti, la dottoressa Federica Bortolotti dell’Istituto di medicina legale di Verona e l’infettivologo, Angelo Antonio Cazzadori, nel frattempo la commissione ministeriale, istituita ad hoc, è ancora al lavoro.
I tecnici dell’Iss nei giorni scorsi hanno consegnato il rapporto con i risultati delle analisi di laboratorio che di fatto confermano l’identità genetica tra il parassita malarico che ha ucciso la bimba trentina e quello che ha colpito una delle sorelline del Burkina Faso ricoverata al S. Chiara nello stesso periodo. Gli esperti parlano di un «contagio avvenuto in contesto ospedaliero» e ora si attende la relazione degli ispettori ministeriali che l’8 settembre scorso hanno effettuato un sopralluogo all’ospedale Santa Chiara di Trento. Si tratta di una relazione meno tecnica che offrirà una valutazione decisamente più ampia sull’ospedale e anche sui protocolli utilizzati. Ma, alla luce dell’esito delle analisi di laboratorio, gli ispettori ministeriali potrebbero tornare a Trento. Al momento non ci sono ancora certezze, ma si sta valutando un nuovo sopralluogo a Trento. Nel frattempo continuano le indagini da parte dei carabinieri del Nas di Trento e l’Azienda sanitaria attende la relazione della commissione che ha svolto l’indagine interna.
Nel frattempo l’amministrazione provinciale preferisce mantenere un rispetto silenzioso sulla vicenda. «È in corso di svolgimento un’indagine da parte della Procura, che in questi casi è sovrana e noi, a differenza di altre istituzioni, non parliamo» è il commento del presidente Ugo Rossi. Poco graditi sarebbero da un lato i commenti della ministra Beatrice Lorenzin di fronte alle anticipazioni della relazione dell’Iss, dall’altro i commenti al documento giunti dalla Procura stessa. «Siamo un’istituzione che non parla quando è in corso un’indagine della Procura — ribadisce Rossi — Oltre tutto su un fatto grave che, come tutti possono capire, coinvolge anche la sensibilità di chi si ritrova a essere vittima di questa tragedia e ogni giorno vede riproposta la questione». Il governatore trentino si dice quindi «dell’opinione che quando ci troviamo di fronte a fatti di tale gravità sia preferibile tacere lasciando che la giustizia faccia il suo corso», e «siccome la giustizia è neutra ci fidiamo ciecamente».
Proprio sul lavoro della Procura e sulla possibilità di arrivare a capire cos’è successo, Rossi conclude: «Alla fine dell’indagine avremo le risultanze inequivocabili sugli elementi di cui la Procura dispone».