Rigore e piacere estetico Buona la prima per Bernardi Ma Pirandello meritava di più
Pirandello è Pirandello. E se la potenza di un testo come Questa sera si recita soggetto è ancora viva dopo quasi novant’anni lo si deve alla straordinaria visionarietà dell’autore siciliano, che riuscì a distillare in drammaturgia una piccola enciclopedia di tutto ciò che il teatro è e può essere.
Contrasti artistici tra attori e regista, grande narrazione o tensione verso nuove modalità espressive, relazioni personali, slittamenti dalla scena alla platea e viceversa, persino note tecniche a margine di un mestiere, quello del teatro, ancora sconosciuto a molti. Marco Bernardi, alla regia della nuova produzione dello Stabile di Bolzano, sceglie di rendere omaggio a questo caposaldo della letteratura teatrale mettendo in scena uno spettacolo filologicamente rispettoso. I costumi, la scenografia, la recitazione dei bravi interpreti, persino la locandina tradiscono una precisa volontà di abbracciare l’epoca che ha generato la drammaturgia. Tutto lo spettacolo è finalizzato a un godimento estetico che indubbiamente c’è, e che lascia spazio da una parte al fascino del teatro di un tempo, dall’altro all’ascolto delle parole che diventano le grandi protagoniste della scena.
Ma se Pirandello riesce a colpire anche nel pieno rispetto delle convenzioni e della storia, chissà cosa sarebbe potuto accadere maneggiando la materia in modo diverso.
Così come nell’opera lirica, una delle forme d’arte occidentali più codificata e rigida, c’è la possibilità di utilizzare la partitura come una struttura sulla quale costruire cattedrali di senso ulteriore, allo stesso modo anche in prosa si possono percorrere due strade. Quella corretta, efficace e precisa della ricostruzione, oppure quella della ricerca di una nuova chiave di interpretazione. Il rischio dell’errore è maggiore, ma un classico così complesso e audace si presta a una sfida che potrebbe essere interessante cogliere. In programma repliche fino a domani, poi la pièce si sposta a Trento.