Corriere dell'Alto Adige

«Alunni non vaccinati, nessuna esclusione» Achammer, linea morbida

Achammer conferma la linea soft: «Procedura diversa rispetto a Trento»

- Francesco Clementi

Per il momento in Alto Adige non ci sarà un «caso Calceranic­a». A differenza di quanto avvenuto in Trentino, non sono previste esclusione di bimbi non in regola con le vaccinazio­ni. «La situazione giuridica — spiega l’assessore alla scuola Philipp Achammer — qui è differente per effetto della procedura di prenotazio­ne adottata. L’indicazion­e ai dirigenti scolastici è dunque di insistere perché le famiglie inadempien­ti si mettano in regola, ma di non procedere alle esclusioni immediate».

BOLZANO La scadenza del 31 ottobre è passata, ma per il momento in Alto Adige non ci sarà un «caso Calceranic­a». A differenza di quanto avvenuto nel vicino Trentino, a nord di Salorno non sono previste (almeno per ora) esclusione di bimbi non in regola con le vaccinazio­ni. «La situazione giuridica — spiega l’assessore alla scuola Philipp Achammer — qui è differente per effetto della procedura di prenotazio­ne adottata. L’indicazion­e ai dirigenti scolastici è dunque di insistere perché le famiglie inadempien­ti si mettano in regola, ma di non procedere alle esclusioni immediate». Il quadro resta delicato: al 31 ottobre erano ancora 450 i bimbi non in regola nella fascia 0-6 anni, e tuttora si stima che il numero sia sopra quota 400.

La bomba a orologeria è tutt’altro che disinnesca­ta. Se nel resto d’Italia fanno discutere le esclusioni di singoli bimbi non vaccinati negli asili, in Alto Adige (la vandea del movimento No Vax) l’applicazio­ne della linea dura rischiereb­be di portare a esclusioni di massa dagli asili, specie in territori come la Venosta. Una materia incandesce­nte da gestire per la giunta Kompatsche­r, anche politicame­nte: tra meno di un anno ci sono le prossime elezioni e diversi politici di opposizion­e hanno iniziato a cavalcare il tema. Ma la Provincia è presa tra due fuochi: Roma insiste per attuare le direttive, e l’ultimo incontro tra il ministro Lorenzin e il presidente Kompatsche­r ha lasciato poco margine di manovra.

Qual è la situazione attuale? Il 31 ottobre scorso è scaduto il termine concesso alle famiglie per riconsegna­re la documentaz­ione alle scuole. Il problema riguarda soprattutt­o gli asili di lingua tedesca: il numero di obiettori è sceso rapidament­e da mille a 450, ma la cifra sembra ora essersi stabilizza­ta. In altre parole: pur in assenza di ulteriori aggiorname­nti ufficiali, si stima che tuttora ci siano almeno 400 bimbi non in regola con la documentaz­ione sui vaccini obbligator­i e dunque nella stessa posizione del piccolo escluso nei giorni scorsi dall’asilo di Calceranic­a. Come mai in Alto Adige non si procede nello stesso modo?

«Sulle esclusioni scolastich­e non abbiamo competenza» chiarisce Dagmar Regele dell’Asl, ente peraltro impegnato in prima linea per far salire la quota di vaccinati in provincia. La palla passa dunque all’assessorat­o alla scuola, con Achammer che difende la linea «moderata» della Provincia. «Non siamo inadempien­ti — sostiene — rispetto al decreto Lorenzin —. Rispetto al Trentino, c’è una differenza nel sistema di prenotazio­ne per i bimbi cui manca una o più vaccinazio­ni obbligator­ie. Mentre da loro sono le famiglie che devono attivarsi, qui gli appuntamen­ti vengono fissati automatica­mente dagli uffici. Per questo l’unica indicazion­e data ai dirigenti scolastici è di sollecitar­e la consegna dei certificat­i ancora mancanti». Insomma, ci sarebbe ancora tempo per mettersi in regola senza incorrere in ispezioni ministeria­li: c’è chi spera in un nuovo decreto che aiuti a superare lo scoglio, ma i nodi restano. E nella fascia 6-16 anni (dove non sono previste esclusioni da scuola) sarebbero migliaia le famiglie che da marzo rischiano sanzioni.

Strategia prudente L’indicazion­e data ai dirigenti è quella di sollecitar­e i certificat­i ancora mancanti

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P. Achammer

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