La mozione anti-Bizzo imbarazza la Volkspartei
La mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro Bizzo crea dubbi nell’Svp.
BOLZANO Un dubbio amletico occupa l’Svp. Ora che tutte le opposizioni hanno presentato la mozione di sfiducia nei confronti del presidente Roberto Bizzo, la Stella Alpina deve decidere se salvarlo o darlo in pasto alle minoranze. Con ogni probabilità alla fine prevarrà il realismo anche se, in seno alla Volkspartei, in tanti vorrebbero veder rotolare la testa di Bizzo. Il ricordo del suo atteggiamento sulla toponomastica è ancora vivo e non si può escluvissuto dere che in aula spunti qualche franco tiratore. «Per fortuna non tocca a me salvarlo» chiosa il senatore Karl Zeller, vice Obmann della Svp che con Bizzo ha avuto scontri furibondi quando in Commissione dei Sei si discuteva della norma sulla toponomastica.
Bizzo è finito nel mirino dell’opposizione per non aver ancora nominato la Commissione d’inchiesta sulla Cassa di risparmio. Il consigliere Paul Köllensperger ha raccolto, non senza fatica, le firme necessarie per chiedere la nomina di una commissione d’inchiesta che indaghi sulle perdite milionarie della Cassa di risparmio. Di fronte alle resistenze della Volkspartei — secondo cui il consiglio non ha competenza sulle banche e dunque non può indagare su Carispa — Bizzo ha deciso di prendere tempo e ha incaricato il professore bolognese Giuseppe Caia di sciogliere il dilemma. Una decisione che l’opposizione ha come un tentativo di prendere tempo. Dunque è partita la mozione di sfiducia. «I diritti dell’opposizione non sono sindacabili dal presidente» ha detto il grillino Paul Köllensperger.
La mozione di sfiducia riporta la patata bollente nel campo della Volkspartei. Votare la sfiducia sarebbe come ammettere che la commissione va nominata, e nessuno vuole inimicarsi i vertici dell’istituto di credito e lasciare un posto strategico come la presidenza all’opposizione. Gli unici papabili — per Statuto la carica deve andare a un italiano — sarebbero infatti Elena Artioli, Riccardo Dello Sbarba e Alessandro Urzì. Tuttavia in diversi, specialmente dopo la rottura sulla norma per la toponomastica, vorrebbero liberarsi di Bizzo. Dunque occhio ai franchi tiratori.
«Sicuramente nel gruppo ci sono opinioni diverse e dovremo discuterne. Ma — sorride il consigliere Oswald Schiefer evitando di sbilanciarsi ma ammettendo il problema — c’è ancora un po’ di tempo. La sfiducia non è un piatto che si mangia appena è cotto».
La mozione infatti potrebbe essere calendarizzata nella sessione di gennaio. Per allora si sarà capito chi comanda nel Pd esarà pronto anche il parere di Caia. Se il professore dovesse dire che la commissione non si può fare l’Svp avrebbe gioco facile. Non si tratterebbe più di sostenere Bizzo, ma semplicemente di ratificare la decisione di un tecnico come Caia.