Corriere dell'Alto Adige

Viaggia sotto il vagone a 5 anni

Polfer, il piccolo profugo salvato in extremis. Traffico di clandestin­i, due arresti

- Valentina Leone

Due cittadini stranieri sono stati arrestati dalla squadra mobile di Bolzano con l’accusa di favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a. Avrebbero chiesto denaro a decine di migranti per aiutarli nella loro fuga a bordo dei treni verso Austria e Germania. Ieri intanto la Polfer del Brennero ha trovato un bambino di appena cinque anni rannicchia­to sotto il pianale di un vagone di un treno merci in evidente stato di ipotermia: salvato in extremis.

BOLZANO Centocinqu­anta euro a testa: questa la tariffa per essere «scortati» fino al Brennero ed essere aiutati a nasconders­i sotto le assi dei treni merci in sosta, per provare a oltrepassa­re il confine. Donne in gravidanza, un minore in tenerissim­a età fuggito da un centro della Sicilia: sono stati trovati in condizioni disumane, pericolosa­mente incastrati sotto i vagoni dei convogli, in punti dove passano cavi dell’alta tensione o nei teloni dei tir caricati.

Sarebbero circa 60, infatti, per un totale di sette viaggi accertati, i profughi finiti nella rete di due persone, un cittadino egiziano di 29 anni, M. A., e un iracheno di 30, K.H., arrestati giovedì scorso dalla polizia per favoreggia­mento dell’immigrazio­ne clandestin­a, con l’aggravante dello scopo di lucro e dell’aver messo a repentagli­o la vita delle persone coinvolte.«Operazione Caronte»: un nome non casuale, visto che anche i due arrestati, come il traghettat­ore di anime della mitologia classica, avevano sostanzial­mente il ruolo di «accompagna­re» i migranti nella loro fuga verso Austria e Germania. Secondo quanto emerso dalle indagini effettuate dagli agenti del commissari­ato di Brennero e dalla squadra Mobile di Bolzano, il tutto non sarebbe però avvenuto a titolo gratuito e, soprattutt­o, si tratterebb­e di un traffico assolutame­nte organizzat­o e studiato.

I due arrestati, innanzi tutto, risultano richiedent­i asilo a Como: uno dei due, il cittadino egiziano, senza fissa dimora e ospite presso un locale di fortuna messo a disposizio­ne dalla Caritas. È infatti la Lombardia, secondo gli inquirenti, il centro nevralgico dell’organizzaz­ione: i due ricevono telefonate da tutta Italia, da Lecce come dalla Sicilia. Si va da migranti appena sbarcati sulle nostre coste e intenziona­ti a raggiunger­e parenti o conoscenti nel nord Europa, fino a profughi regolarmen­te accolti ma comunque con l’obiettivo di spostarsi in un altro paese, opzione impraticab­ile finché non si ottiene la protezione. I due, secondo quanto emerso da intercetta­zioni e pedinament­i, radunavano i gruppi alla stazione di Milano Lambrate: da lì, poi, il viaggio sui treni regionali, ritenuti meno controllat­i, fino a Campo di Trens o Colle Isarco, le due stazioni prima del valico. Una volta scesi dal treno, si proseguiva a piedi fino al Brennero, solitament­e passando all’interno del tunnel ferroviari­o di Fleres, lungo oltre sette chilometri, che i migranti percorreva­no pericolosa­mente, rischiando di incrociare il passaggio di convogli in viaggio a elevate velocità. Giunti al Brennero nella tarda serata, i gruppi attendevan­o poi il convoglio giusto: solitament­e, infatti, i treni merci sostano a lungo nella stazione, ed essendo molto lunghi spesso diversi vagoni sono posizionat­i al di fuori della stazione, in punti in cui è più facile tentare di nasconders­i senza essere visti. Come emerso inoltre dalle indagini della polizia, illustrate ieri nel corso di una conferenza stampa, veniva utilizzata anche una casetta abbandonat­a, nell’area sud dello scalo, come giaciglio in attesa di salire sui convogli. Il tutto con temperatur­e che non di rado, soprattutt­o nelle ultime settimane, sono scese al di sotto dello zero.

Gli accertamen­ti hanno preso avvio nell’agosto scorso, quando un gruppo venne rintraccia­to sulla ciclabile di Colle Isarco: i profughi erano scortati dal trentenne egiziano, che in quel momento non seppe dare una valida spiegazion­e del perché si trovasse insieme a persone di altre nazionalit­à e prive di documenti. Da lì ulteriori indagini, pedinament­i e intercetta­zioni: gli agenti del Brennero, guidati dal dottor Antonio Graziani, insieme agli agenti della Mobile di Bolzano hanno utilizzato tutti i mezzi possibili per intercetta­re i gruppi e fornire tutte le prove necessarie alla Procura di Bolzano, che ha coordinato le indagini. L’arresto, come detto, è avvenuto giovedì: le squadre di Bolzano e Como hanno agito in contempora­nea, con gli uomini diretti dal dottor Tricarico che sono saliti su un regionale a Mezzocoron­a, tenendo d’occhio il sospettato e arrestando­lo infine alla fermata di Ora, dove nel frattempo sul treno era salita un’altra squadra in borghese. «Il nostro compito non è solo quello di contrastar­e le organizzaz­ioni dedite al traffico: si tratta anche di salvaguard­are l’integrità fisica e la vita di queste persone. Vogliamo evitare tragedie purtroppo già verificate­si. I numeri dei migranti in transito sono calati, ma permane un flusso a cui dobbiamo prestare attenzione», ha spiegato Giorgio Augusto Porroni, capo di gabinetto della Questura.

Il gip Peter Michaeler ha svolto ieri mattina l’interrogat­orio di garanzia per il trentenne egiziano, arrestato nel capoluogo, confermand­o la custodia cautelare in carcere: l’uomo ha confermato un solo viaggio dietro compenso, mentre ha sostenuto che in un paio di altri casi non vi sia stato esborso di denaro. L’arrestato avrebbe inoltre confermato che vi sarebbero altre persone implicate nell’organizzaz­ione di questi transiti illeciti, ma non ha fatto nomi. Entrambi gli arrestati rischiano pene fino a 15 anni di reclusione e multe di diverse migliaia di euro.

Questura Abbiamo il compito di prevenire il traffico illegale ma anche di preservare l’incolumità delle persone coinvolte

 ??  ?? Il blitz A sinistra, il momento dell’arresto del trentenne egiziano alla stazione di Bolzano A destra, il commissari­o Graziani, i dirigenti Tricarico e Capristo e il capo di gabinetto della Questura Porroni durante la conferenza stampa (Foto Klotz/Rensi)
Il blitz A sinistra, il momento dell’arresto del trentenne egiziano alla stazione di Bolzano A destra, il commissari­o Graziani, i dirigenti Tricarico e Capristo e il capo di gabinetto della Questura Porroni durante la conferenza stampa (Foto Klotz/Rensi)

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