Corriere dell'Alto Adige

Buc, manca il personale per la sorveglian­za Sale a mezzo servizio di sera e nei weekend

I posti a sedere scendono da 428 a 308. Gli studenti: «Disagi notevoli». L’ateneo si difende

- Andrea Rossi Tonon

TRENTO La Buc si restringe. A un anno dalla sua inaugurazi­one, la Biblioteca universita­ria centrale riduce gli orari di apertura di alcuni suoi spazi. Dal lunedì al venerdì, dalle 20 alle 23.45, e poi nell’intero fine settimana non sarà infatti possibile accedere alle aule del quarto piano e al cosiddetto «Cubo piccolo» che si trova sul lato Est dell’edificio. «La fornitura dei volumi conservati in queste sale sarà comunque garantita», assicurano dalla biblioteca, ma non sarà possibile occupare i posti a sedere presenti in quegli spazi. Complessiv­amente si parla di 120 postazioni, che portano la disponibil­ità della struttura da 428 a 308. La decisione, assunta la settimana scorsa, è legata a questioni di sicurezza antincendi­o. La chiusura delle aule ha infatti lo scopo «di adeguare l’uso degli spazi al flusso dei lettori e alla presenza del personale di sorveglian­za» fanno sapere dalla Buc.

Una notizia «devastante» secondo gli studenti dell’università, che proprio in questo periodo stanno preparando gli esami della sessione invernale programmat­i tra dicembre e marzo. «Si tratta di un numero consistent­e di posti e il nostro timore è che possano generarsi disagi notevoli, in particolar­e nei fine settimana» spiega il presidente del consiglio degli studenti Federico Crotti. «Già oggi la Buc è presa d’assalto il sabato e la domenica — continua — Ora, con la sessione alle porte e tutti gli studenti impegnati, i problemi potrebbero essere davvero rilevanti».

La questione degli spazi studio, assicurano dall’ateneo, è tenuto in seria consideraz­ione. Ridurre la capienza della Buc nelle ore serali e durante i fine settimana sarebbe però l’unica soluzione adottabile per rispondere alle esigenze degli studenti ma a costi accessibil­i. La versione definitiva dei piani di gestione della sicurezza della struttura, inaugurata il 19 novembre 2016, è arrivata nei giorni scorsi e avrebbe fatto emergere l’esigenza di un numero maggiore di dipendenti per presidiare le sale. Nelle ore serali e nel fine settimana, però, quel lavoro non viene svolto da dipendenti dell’università di Trento bensì da lavoratori di cooperativ­e esterne, che per l’ateneo hanno un costo maggiore. La riduzione programmat­a rende l’organizzaz­ione economicam­ente sostenibil­e, mentre aumentare il personale in quelle fasce orarie avrebbe determinat­o un costo eccessivo.

«Siamo già in contatto con il rettore Paolo Collini, il quale si è dimostrato molto disponibil­e e ha condiviso la nostra preoccupaz­ione» sottolinea Crotti. Dal rettorato fanno infatti sapere che la via al momento immaginata per venire incontro alle esigenze degli studenti è quella di aumentare la capienza delle aule studio sparse in giro per la città. Da via Calepina ricordano che con l’apertura della Buc i posti studio sono aumentati di 250 unità (370 fino alla settimana scorsa, ndr) e parallelam­ente l’ex Cavazzani ha incrementa­to le postazioni da 320 a 362. In ballo c’è però anche dell’altro.

«Anche se avessimo tutti gli spazi a regime non sarebbero sufficient­i a rispondere alle esigenze — appunta Crotti — Sarebbe quindi importante se il Comune cedesse all’università le proprietà dell’ex Cte, dove è prevista anche la realizzazi­one di spazi studio, in modo da avviare i lavori».

 ??  ?? Luminosa L’ingresso della Biblioteca universita­ria centrale dopo il tramonto, illuminata dalle luci artificial­i delle lampade al suo interno. La struttura progettata da Renzo Piano è stata inaugurata IL 19 novembre 2016
Luminosa L’ingresso della Biblioteca universita­ria centrale dopo il tramonto, illuminata dalle luci artificial­i delle lampade al suo interno. La struttura progettata da Renzo Piano è stata inaugurata IL 19 novembre 2016

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